Panama, uno degli ultimi stati in cui ancora vige il segreto bancario, ha firmato il 27 ottobre la Convenzione multilaterale riguardante l’assistenza amministrativa in materia fiscale, secondo quelli che sono gli standard legali internazionali. L’accordo multilaterale sulla trasparenza fiscale e la condivisione internazionale di informazioni è stato elaborato dall’Ocse.
Presentato come lo “strumento multilaterale più potente contro la frode fiscale”, il testo dell’Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico impone allo stato aderente la trasmissione di informazioni fiscali a tutti gli altri 104 paesi firmatari della convenzione.
La speranza di Panama è quella di mettersi alle spalle lo scandalo dei Panama Papers che hanno fatto luce su un immenso sistema di evasione fiscale o presunta, che ha visto coinvolti miliardari, banchieri, alte cariche politiche, celebrità del mondo dello sport e dello spettacolo.
Panama risponde alle richieste internazionali
Dopo lo scandalo dei Panama Papers, quando 11,5 milioni di documenti sono stti trafugati dagli uffici dello studio legale panamense Mossack Fonseca e rivelati al grande pubblico, lo stato dell’America Centrale ha preso l’impegno di accettare lo scambio di informazioni finanziarie, in conformità con le norme approvate nel 2014 dal Forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni. Solo ieri quell’impegno è stato formalizzato.
Con la firma Panama “conferma il suo impegno a intraprendere le misure necessarie per rispondere alle aspettative internaionali”, dichiara nel comunicato il presidente dell’Ocse Angel Gurría.
La nazione dell’America Centrale diventa così la 105esima giurisdizione a partecipare al programma fiscale legale internazionale. Con la firma storica, dice l’Ocse in un comunicato, Panama mostra al mondo intero che “si impegna seriamente nella lotta contro la frode fiscale e a collaborare in pieno con la comunità internazionale” sulle questioni legate alla privacy, aiutando il fisco degli altri paesi a combattere fenomeni di evasione.