CARACAS (WSI) – Si aggrava la crisi politica in Venezuela con la popolazione sempre più in difficoltà nel reperire cibo. Sale così la rabbia e la frustrazione del popolo venezuelano e la scorsa settimana migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere un referendum per cacciare il presidente Nicolas Maduro, dando così la possibilità al paese di eleggere un nuovo presidente.
Ma il governo ha bloccato il referendum scatenando le ire dell’opposizione, la MUD (Mesa de Unidad Democratica) che aveva chiamato a raccolta per il 3 novembre la popolazione contraria a Maduro per “riprendersi” la capitale, con una marcia verso il palazzo presidenziale Miraflores. Ma la manifestazione è stata annullata e questo grazie alla mediazione di Papa Francesco, apprezzato dal governo ma anche dall’opposizione. La MUD chiede al governo alcuni gesti di “buona volontà” primo fra tutti la liberazione piena e senza condizione di 108 prigionieri politici. L’11 novembre dovrebbe riprendere il dialogo sotto gli auspici del Vaticano, tra il leader chavista e l’opposizione.
Intanto il popolo è affamato e tutto il paese deve fare i conti con una massiccia carenza di beni di prima necessità come cibo e medicine. L’economia del Venezuela è dipendente dal petrolio e le cose hanno cominciato ad andare male con la caduta dei prezzi del greggio nel 2014 lasciando 31 milioni di persone senza mezzi di sostentamento. Il predecessore di Maduro, Hugo Chavez ha nazionalizzato le risorse energetiche nel momento in cui i prezzi del greggio erano alle stelle. Ora che invece sono crollati, il governo è ben al di sotto del suo fabbisogno reddituale e il settore privato è tropo debole per produrre entrate e garantire posti di lavoro. Il governo di Caracas per di più ha imposto i controlli dei prezzi, disincentivando gli importatori a portare cibo nel paese. Una situazione critica a cui si aggiungono le stime del Fondo Monetario Internazionale secondo cui l’economia venezuelana subirà una contrazione dell’8% quest’anno e l’inflazione crescerà vertiginosamente del 481,52% nel 2016 e del 1642% nel 2017.
A ciò si aggiungono le precarie condizioni di salute del popolo, con un picco dei casi di malaria che secondo il New York Times sono aumentati del 72%. Un insieme di eventi che ha spinto così il Vaticano a farsi da mediatore cercando di far trovare un accorso tra il partito di Maduro e l’opposizione per porre fine alla crisi.
Fonte: Cnbc