ROMA (WSI) – La circolazione delle persone all’interno dell’area Schengen resterà libera, ma l’ingresso non sarà più gratuito. Per ragioni di sicurezza – e per recuperare soldi preziosi – a partire dal 2020 le autorità europee imporranno una tassa doganale a tutti i cittadini che vorranno entrare nell’area Schengen, costituita dall’insieme degli Stati membri Ue più il Lichtenstein, l’Islanda, la Norvegia e la Svizzera. Dopo la Brexit è ancora in forse lo status del Regno Unito.
Effettuare rigidi e continui controlli alle frontiere, indispensabile nella lotta al terrorismo, costa caro alle autorità europee. Pertanto tra le proposte avanzate dalla Commissione Europea e appena approvate dal collegio dei commissari per rafforzare i confini è spuntata anche questa sorta di “tassa Schengen”.
Dei maggiorenni extra area di Schengen solo chi verserà 5 euro alle autorità doganali potrà attraversare il confine. La misura introduce in pratica una sorta di pedaggio, che varrà per tutti gli adulti di nazionalità diversa dai membri del club dei 26 paesi che hanno deciso di far valere all’interno dei loro confini il principio della libera circolazione delle persone (trattato di Schengen). Varrà per esempio per i cittadini britannici e quelli dei paesi balcanici.
A regolare il flusso di persone dentro e fuori dai confini europei sarà il sistema europeo di informazione e autorizzazione per i viaggi (Etias). Le misure, spiega La Stampa, “sono dettate dalla necessità di evitare la reintroduzione dei controlli al confine tra i Paesi dell’Ue, ripristinati sulla scia del fenomeno migratorio, e spiegato dall’esecutivo comunitario in ragione della minacce alla sicurezza“.
Schengen, Europa segue modello Usa
L’idea è quella di non rinunciare alla libera circolazione delle persone che fanno parte dell’area Schengen e di schedare chi invece viene da fuori. In questo modo non si sarebbero però evitati alcuni attentati come quelli di Bruxelles a marzo 2016 o di Parigi nel novembre dell’anno scorso: la maggior parte degli attentatori aveva infatti cittadinanza europea. L’inviato della Stampa a Bruxelles, Emanuele Bonini, ha spiegato la differenza tra i richiedenti di un visto e coloro i quali dovranno invece iscriversi online.
“L’Etias si rifà al sistema di controllo dei turisti e dei nazionali stranieri noto come Esta (Sistema elettronico di autorizzazione di viaggio). Dal 2020, anno in cui si intende rendere operative le nuove regole, i cittadini extra-comunitari provenienti da quei Paesi esentati dall’obbligo di visto per soggiornare nell’area Schengen dovranno chiedere comunque un permesso online, e sarà possibile farlo da computer e dispositivi portatili. La procedura è simile a quella dei biglietti aerei low-cost: ci si registra, si inseriscono i propri dati e si paga. Solo dopo l’avvenuto pagamento sarà possibile ottenere il via libera al soggiorno europeo. Pur non sostituendosi al visto, l’autorizzazione d’ingresso sarà obbligatoria“.
Funzionerà in questo modo: prima ci si dovrà registrare (tre giorni prima del viaggio), perché i controlli richiedono fino a 72 ore. Poi verrà versata una sorta di “tassa d’iscrizione” al sistema Etias. L’autorizzazione ricevuta avrà validità complessiva di cinque anni. La misura servirà anche a costruire un archivio storico delle persone in entrata e uscita dall’area Schengen che non fanno parte del club.
Un ruolo importante lo svolgerà anche l’Europol, l’agenzia di polizia europea. Rafforzatasi dopo gli attacchi terroristici di Parigi e Bruxelles, l’unità avrà il compito di preparare un elenco dei soggetti potenzialmente pericolosi e stabilire se e quando sussistano motivi per negare l’ingresso. Il sistema punta insomma ad aumentare la sicurezza in Europa, effettuando controlli “preventivi” sulle persone che intendono attraversare l’area Schengen.
Si stima che i costi complessivi per la preparazione e il lancio del sistema Etias, che nei piani sarà pronto dal primo gennaio del 2020, siano intorno ai 212 milioni di euro, con costi operativi pari a circa 85 milioni di euro l’anno. Una volta a regime, tuttavia, il sistema si autofinanzierà. Come? Grazie proprio a quella tassa di iscrizione da 5 euro chiesta a chiunque voglia entrare o uscire dall’area di Schengen.
(Immagine: DifferenceBetween.net)