Dollaro e petrolio protagonisti dei mercati. Le quotazioni del greggio segnano un buon rialzo sulla scia delle dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin che, a seguito di un summit sulla Cooperazione economica Asia-Pacifico che si è tenuto in Perù, ha affermato, in riferimento alla possibilità di un accordo con i paesi dell’Opec sulla riduzione dell’offerta che: “sul fatto se un’intesa sarà raggiunta, non posso dirlo al 100%, ma esistono alte probabilità che ciò avvenga”.
Protagonista sul mercato del forex è sicuramente il dollaro che, sulla scia delle speculazioni sul corso della politica economica che il presidente Usa Donald Trump inaugurerà, si è rafforzato per dieci sessioni consecutive nei confronti dell’euro, segnando la fase di rally più duratura dal debutto della moneta unica, nel 1999.
Il rapporto euro-dollaro è sceso fino a quota $1,0588. Oggi il cambio si riattesta sopra $1,06 e in generale, dopo la corsa delle ultime sessioni, il dollaro fa dietrofront.
La valuta Usa ha riportato inoltre il guadagno in due settimane nei confronti dello yen più sostenuto dagli anni Ottanta pari a +7,4%, al record dal 1988. Il rapporto tra le due valute oscilla vicino a quota JPY 111.
A Piazza Affari va di scena lo stacco dei dividendi da parte di diverse società quotate. Si tratta, esattamente, di sette scambiate sull’indice Ftse Mib che pesano sul listino per lo 0,29 per cento. Si tratta di Azimut (1 euro, con un dividend yield oltre il 6%), Mediobanca (0,27 euro, circa il 4% dei prezzi odierni), Atlantia (0,44 euro), Recordati (0,35 euro), Banca Mediolanum (0,16 euro), Tenaris (0,13 dollari) e Terna (0,0721).
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