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UniCredit: a questi prezzi non venderà crediti deteriorati

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A questi prezzi, giudicati insufficienti, Unicredit non è disposta a smaltire i 20 miliardi di euro di sofferenze iscritte a bilancio. Stando alle ultime indiscrezioni, i tre potenziali acquirenti del pacchetto di crediti deteriorati avrebbero incrementato la propria proposta di circa il 15%.

Sembra che la banca guidata dall’AD Jean-Pierre Mustier abbia chiesto ai tre concorrenti in gara per l’acquisto, Cerberus, Pimco e Fortress, di alzare l’offerta. I tre operatori avrebbero già ripresentato delle offerte che sarebbero superiori anche del 15% rispetto alla prima indicazione.

Nei negoziati UniCredit non si è fermata qui e prende in considerazione anche l’ipotesi di spezzettare l’operazione di vendita in diverse tranche. Il prezzo per avvallare la cessione è legato alle dimensioni del portafoglio in vendita e ai tempi nei quali si vuole realizzare l’operazione. UniCredit è pronta ad accettare una minusvalenza di 1,6 miliardi, ma non di 2,6 miliardi.

“Per non avere una eccessiva pressione sui margini”, inoltre, sostiene Market Insight, “la banca di piazza Gae Aulenti potrebbe dividere il pacchetto in più tranche”. I titoli UniCredit sono in calo dello 0,58% a quota 2,07 euro in avvio, una performance comunque lievemente migliore di quella del resto del settore bancario. L’indice Ftse di riferimento delle banche italiane è in ribasso dello 0,75% al momento.

Sofferenze, a quale prezzo UniCredit è disposta a vendere

La riduzione del peso delle tante sofferenze in portafoglio tramite la cessione dei crediti è una strada che è stata imposta dalla Bce, ma anche dettata dalle esigenze di UniCredit di non tenere ingessato il proprio bilancio. Tuttavia, secondo Market Insight “la pressione in questo senso rischia di essere eccessiva, se costringe la banca a vendere i crediti in sofferenza a prezzi significativamente inferiori ai valori di carico e rispetto ai quali si registrerebbe una notevole minusvalenza“.

La banca, insomma, non ha fretta e non è disposta a vendere a un prezzo troppo basso. L’offerta media indicativa alla quale UniCredit sarebbe pronta a liberarsi dei crediti non ancora restituiti dipende dal tipo di pacchetto in vendita e dalle garanzie che il singolo portafoglio di sofferenze detiene.

Si può comunque arrivare a stimare un prezzo medio al quale UniCredit è disposta a trattare. Il valore netto di bilancio delle sofferenze Unicredit al 30 settembre 2016 è pari al 38%. Un valore percentuale di riferimento di mercato, come prezzo di cessione, rimane il 30% a cui è stata realizzata la prima cartolarizzazione da parte della Banca Popolare di Bari.

Le ultime voci di mercato dicono che Unicredit avrebbe intenzione di alzare il livello di rettifiche sulle sofferenze al 75% dall’attuale 62%. In questo caso, spiegano i commentatori di mercato “il valore netto sarebbe del 25%, che potrebbe essere considerato un floor al di sotto del quale la banca non sarebbe disposta a cedere le proprie sofferenze”.

Se l’offerta per i 20 miliardi di euro di sofferenze fosse a un prezzo del 25% rispetto al valore nominale, “la minusvalenza per l’istituto di credito sarebbe vicina ai 2,6 miliardi, mentre se Unicredit riuscisse a spuntare un prezzo del 30% la differenza rispetto al valore di carico potrebbe essere nell’ordine di 1,6 miliardi”.