Eurozona: crescita record su 11 mesi
BRUXELLES (WSI) –Livello record a novembre per il tasso di espansione economica dell’Eurozona come evidenziato dall’Indice Markit PMI della Produzione Composita nell’Eurozona finale attestatosi sui 53,9 punti contro la precedente stima flash di 54,1.
Gli aumenti più forti si sono avuti in Irlanda (55,5 punti) e Spagna (55,2), ma rimane sempre la Germania la nazione che ha maggiormente contribuito alla crescita con i suoi 55 punti in aumento rispetto alla stima flash. Record anche per l’l’Italia con i suoi 53,4 punti, mentre la Francia retrocede a 51,4 dai 52,3 della stima flash.
Il contributo maggiore all’espansione dell’eurozona è dato dai nuovi ordini. Diffuso anche il PMI servizi. L’Indice Markit PMI dell’Attività Terziaria dell’Eurozona finale ha indicato 53,8 punti, in calo rispetto alla precedente stima flash di 54,1, pur rimanendo superiore alla soglia di non cambiamento di 50 per il quarantesimo mese consecutivo. Secondo Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit, “le aziende, anziché preoccuparsi dei rischi politici, sembra che stiano ingranando la marcia per crescere ulteriormente”.
“I livelli occupazionali stanno aumentando ad uno dei tassi più rapidi degli ultimi cinque anni. A stuzzicare l’appetito di nuove assunzioni nelle aziende del settore è stato l’ulteriore accumulo di lavoro inevaso, che ha registrato il maggior aumento degli ultimi cinque anni e mezzo. L’euro più debole sembra alimentare la più rapida crescita delle esportazioni nel settore manifatturiero, sebbene anche le aziende del terziario stanno beneficiando di una più forte espansione. Ciò suggerisce che anche la domanda interna sta migliorando. I più rapidi tassi di espansione sono stati ben accolti specialmente in Spagna e in Italia, dove le indagini hanno indicato una crescita del PIL del quarto trimestre rispettivamente dello 0,7% e 0,2%. In Germania, vista la stabilità della crescita, il PMI del quarto trimestre è rimasto in linea con un’espansione del PIL dello 0,5%, mentre la Francia sta registrando un più modesto 0,2-0,3%. Difficilmente i segnali di una crescita stabile nel quarto trimestre e le previsioni di incremento delle pressioni inflazionistiche dissuaderanno la BCE dall’estendere il programma di quantitative easing nel prossimo incontro di dicembre. Ma se continueranno i vantaggi che in questo momento l’Eurozona sta avendo soprattutto per l’euro più debole, gli stimoli potrebbero ridursi prima del previsto.”
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