I mercati finanziari globali devono ancora digerire le ultime novità arrivate dalla Bce. In quella che è stata l’ultima riunione della Banca centrale europea del 2016, le sorprese non sono mancate. L’istituto ha esteso il piano QE di altri nove mesi, fino al dicembre del 2017, riducendo tuttavia la portata degli acquisti di asset che, dal mese di aprile, saranno di $60 miliardi e non più di $80 miliardi. Allo stesso tempo, Mario Draghi – numero uno della BCE – ha annunciato la rimozione del limite dello -0,4% – valore del tasso sui depositi delle banche parcheggiati presso la Bce – per i rendimenti dei titoli di stato europei che potrà acquistare, abbassando anche un altro limite: quello della scadenza dei bond sovrani stessi, da 2 anni a 1 anno.
Cambia insomma lo schema del QE: la Bce potrà acquistare anche titoli che rendono meno del -0,4% e che scadono a 1 anno. Boom degli acquisti sui Bund tedeschi a breve termine, mentre invece sono balzati i tassi a scadenza decennale. La sensazione di fondo, tra gli operatori è che, nonostante lo abbia negato, Draghi abbia inaugurato una fase di tapering, nel ridurre comunque la portata del QE.
Doccia fredda inoltre per l’Italia, con Draghi che è stato ben chiaro a sottolineare che le decisioni della Bce non sono un aiuto all’Italia, a dispetto del clima arroventato seguito al risultato del referendum costituzionale.
Focus dunque su Piazza Affari e sulle banche italiane, che ieri hanno comunque segnato un poderoso rally dopo gli annunci della Bce.
Diversa la reazione dello le protagoniste in positivo sono ancora spread e dei tassi sui BTP, che hanno scontato il mancato assist della Bce all’Italia – nessun annuncio su uno scudo BTP, tutt’altro – , tornati alla soglia del 2%.
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