CHICAGO (WSI) – “Yes we can!”. Conclude così come aveva iniziato nel 2008 il suo mandato presidenziale Barack Obama che aggiunge al suo slogan famoso “Yes we did!”. Davanti a 20mila persone, Obama saluta commosso la Casa Bianca e il suo popolo rivendicando con forza il cambiamento che nei suoi otto anni da presidente l’America ha visto: dall’eliminazione di Osama Bin Laden alla legalizzazione delle nozze gay fino al salvataggio dell’industria automobilistica americana sul’orlo del fallimento.
”Oggi l’America è migliore. Lo abbiamo fatto, lo avete fatto. E’ stato un onore servire gli americani, ma non mi fermerò. Continuerà a farlo per il resto dei miei giorni. Sarò al vostro fianco, da cittadino”.
Questa la promessa del 44esimo presidente degli Stati Uniti, mentre il pubblico lo acclama a gran voce al grido di “Four more years”, Obama si commuove e afferma che farà di tutto per rendere meno traumatico il passaggio di consegne, senza però citare mai l’attuale presidente Donald Trump. Un ultimo discorso da presidente che suona come un vero e proprio testamento politico.
“Vi chiedo di credere in voi stessi, nella vostra capacità, perché il vero cambiamento siete voi. La nostra democrazia è minacciata quando la consideriamo garantita. Quando stiamo seduti a criticare chi è stato eletto, e non ci chiediamo che ruolo abbiamo avuto nel lasciarlo eleggere. E se siete stanchi di discutere con degli estranei su Internet provate a incontrarne qualcuno in carne e ossa. Candidatevi per un incarico pubblico. Mettetevi in gioco, scendete in campo”.
Il futuro del paese, sottolinea Obama, passa dalla salvaguardia dei principi di libertà, uguaglianza, democrazia che rischiano di essere intaccati dalla minaccia terroristica.
“L’America non dovrà mai ritirarsi dalle battaglie globali per allargare i diritti, contro l’estremismo, e contro il totalitarismo”.
Poi un caloroso ringraziamento alla moglie, la first lady Michelle Obama.
“Sei la mia migliore amica. Mi hai reso orgoglioso, hai reso orgogliosa l’America”.
E la famiglia Obama esce di scena salutando l’America.
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