BERLINO (WSI) – E’ giunto il momento per la BCE di finirla con la politica di stimolo monetario. A dirlo il ministro delle finanze tedesche Wolfgang Schaeuble nel corso di un’intervista al quotidiano Sueddeutsche Zeitung.
Il ministro braccio destro di Angela Merkel è stato a lungo in disaccordo con la BCE di Draghi sul suo programma di acquisto di bond. E ora che i prezzi al consumo sono tornati a salire in un paese come la Germania che ha la fobia dell’inflazione, il governo si sta muovendo per forzare la mano al banchiere centrale.
Già la scorsa settimana il vice di Schaeuble, Jens Spahn aveva sostenuto all’agenzia Reteurs che era desiderabile un “inizio prudente di uscita” della BCE dalla sua politica monetaria espansiva. La banca guidata da Mario Draghi punta a tenere l’inflazione al 2% e non oltre tale soglia, ma non ha raggiunto quell’obiettivo per anni. Per combattere la deflazione la banca ha così tagliato i tassi di interesse a zero e ha lanciato un massiccio quanto controverso programma di acquisto di obbligazioni.
Proprio il ministro Schaueble insieme ad altri rappresentanti tedeschi avevano messo in guardia sui rischi che corre la BCE se non cambia rotta al più presto, fornendo così un sostegno nella dialettica politica ai partiti euroscettici.
Ora Schaeuble afferma che la banca centrale ha il compito difficile di mettere fine alla politica ultra espansiva del Quantitative Easing, ma che una misura di tapering in questo senso è necessaria.
“La BCE ha un compito non certo facile che è quello di uscire dalla politica monetaria ultra espansiva“.
E contro chi critica la troppo superiorità della Germania in Eurozona, il ministro sostiene che il problema centrale è un certo numero di paesi dell’area non sono stati in grado di aumentare la loro competitività come richiesto.
“Il problema è la debolezza degli altri paesi non la forza della Germania”.
Nella prima settimana del 2017 il paese ha registrato un aumento dell’inflazione. Il tasso principale è salito dallo 0,8% all’1,7% in dicembre. Dopo due anni di prezzi insolitamente bassi, per via soprattutto della ripresa delle quotazioni di petrolio, l’inflazione nel mondo occidentale è destinata a rinfocolarsi quest’anno e la Germania lo sa bene.