Warren Buffett fa seguire le parole ai fatti e dopo aver dichiarato che con Trump non cadrĂ il mondo, lui che era stato uno dei piĂą grandi sostenitori di Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca, investe nei titoli azionari americani.
In un’intervista registrata venerdì il finanziere e filantropo miliardario ha detto che dal giorno delle elezioni presidenziali Usa, Berkshire Hathaway ha acquistato titoli azionari per il valore complessivo di ben $12 miliardi. Si tratta di una cambiamento strategico notevole per la holding di Buffett, che nei primi nove giorni del mese di novembre, quando Clinton sembrava dovesse trionfare, ha venduto azioni.
“Dal giorno dell’elezione abbiamo comprato $12 miliardi di titoli“, ha annunciato Buffett, che però non ha voluto nominare le società quotate su cui ha investito il suo fondo. Al 30 settembre 2016, Berkshire aveva un portafoglio azionario composto da $102,5 miliardi di attivi.
Acquisti di questa mole rappresentano un’esposizione notevole all’azionario per Berkshire. Per fare un paragone nei primi mesi dell’anno precedente il veicolo di investimento aveva acquistato 5,2 miliardi di dollari di azioni e venduto o riscattato titoli per circa $20 miliardi. In totale in tutto il 2015, Berkshire ha fatto acquisti in Borsa per un valore complessivo di 10 miliardi.
Per ora Buffett ha avuto ancora una volta ragione: dopo le elezioni il mercato azionario ha iniziato una fase rialzista notevole, con gli investitori che speculavano sull’impatto positivo che le politiche del candidato Repubblicano avrebbero avuto secondo i loro calcoli sull’economia e sull’azionario.
Ma negli ultimi giorni l’idillio tra mercati e Donald Trump sembra essere finito e il “Trumpflation rally” come lo chiamano in America, si sta raffreddando. Lunedì, dopo il controverso ordine esecutivo sul divieto agli ingressi per i cittadini di sette paesi di fede musulmana, il mercato ha incominciato a innervosirsi. I trader temono che la nuova amministrazione possa veramente adottare politiche isolazioniste e protezioniste. Il risultato è che ieri il calo a Wall Street è stato il più marcato dell’anno.
Secondo Buffett, tuttavia, anche una crescita del Pil del 2% sarebbe un miracolo. Gli fa eco il chief economist di Schroders. Nel dirsi molto preoccupato per l’inflazione, Keith Wade ritiene che la maggior parte delle politiche economiche di Trump sia reflazionaria e che buona parte di esse, come l’obiettivo di creare 25 milioni di nuovi posti di lavoro, siano irrealistiche.
Trump punta a ottenere una crescita del Pil del 4% su base annuale, ma per farlo, secondo l’economista “bisognerebbe tornare agli Anni 60″. Per lo strategist quelle dell’agenda del presidente Usa sono “politiche retrò”, che faranno tornare il paese indietro di decine di anni.