La voce autorevole di Dan Loeb, uno dei gestori di fondi hedge più in vista negli Stati Uniti, si unisce al coro di quelle che, rispetto alle politiche economiche di Donald Trump, si dicono ottimiste. In una lettera diretta ai clienti Loeb definisce le scorse elezioni americane come “l’evento più significativo dell’anno e il più importante cambio di paradigma dall’inizio della crisi finanziaria”.
Non solo, il rinomato gestore ha anche comunicato che all’indomani delle elezioni presidenziali il posizionamento del portafoglio è cambiato immediatamente nella direzione dei settori “che beneficeranno dagli obiettivi di policy dichiarati da Trump”.
Citato dall’emittente Cnbc, Loeb ha quindi precisato che la rotta è stata spostata verso titoli di “banche, broker, e, geograficamente, in Giappone” specificando che si tratta di investimenti che rendono al meglio in periodi di reflazione, ossia di aumento del livello dei prezzi.
Sarebbero i settori bancario e finanziario, secondo Loeb, quelli che, trarrebbero i maggiori benefici dalle politiche annunciate da Trump. L’esposizione finanziaria del suo fondo è passata all’11,8% nel mese successivo alle presidenziali: era solo il 4,4% l’8 novembre, giorno del voto.
“Nell’immediato, crediamo di vedere un’accelerazione della crescita economica a casa. Eleggere un presidente che è visto come pro-business (ignorando le sue visioni protezioniste sul commercio globale) a risvegliato istinti animali”, dice il manager dell’industria degli hedge fund.
In particolare le azioni delle banche dovrebbero prendere il largo grazie al rialzo dei tassi Fed, l’aumento dei profitti relativi alle attività a reddito fisso e sui mercati valutari: “L’elezione di Trump ha accelerato la fine del Quantitative Easing“, ha scritto il noto gestore. Il suo fondo hedge Third Point Offshore ha archiviato il quarto trimestre con una perdita dell’1,1%.