di David Stanley (T. Rowe Price) Gestore del fondo T. Rowe Price Euro Corporate Bond di T. Rowe Price.

Superciclo delle elezioni domina i mercati obbligazionari

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Nel 2017 prevediamo che i mercati obbligazionari europei continueranno ad essere fortemente influenzati da fattori tecnici. Sia la crescita che l’inflazione tenderanno a rimanere modeste, lasciando i mercati particolarmente esposti agli sviluppi politici e alle decisioni in materia di politica monetaria.

A dicembre, la Banca centrale europea (BCE) ha annunciato che il proprio programma di acquisti di obbligazioni societarie (CSPP), precedentemente in scadenza alla fine di marzo, sarebbe stato prorogato fino a dicembre 2017. La decisione continuerà probabilmente a influenzare le valutazioni mantenendo bassi i rendimenti dei titoli di Stato, comprimendo gli spread e limitando così il ventaglio delle opportunità.

Ciononostante, la serie di elezioni politiche in programma in alcuni Stati membri dell’Unione europea, in un contesto che vede la continua affermazione di forze contrarie all’establishment, potrebbe generare ulteriore volatilità e impennate dei rendimenti nel corso dell’anno. È evidente poi che i tenui effetti positivi del CSPP si stanno esaurendo e che prima o poi gli acquisti dovranno terminare. Le speculazioni sull’esatta durata del piano potrebbero intensificarsi sul finire del 2017, probabilmente tornando a spingere i rendimenti verso l’alto.

IL TRIONFO DI TRUMP RAFFORZERÀ IL POPULISMO EUROPEO?

Le elezioni per il rinnovo del parlamento che si terranno quest’anno in Francia, Germania e Paesi Bassi permetteranno di misurare la vera entità di questo attacco alla globalizzazione. I sondaggi danno i principali partiti populisti – il Partito per la Libertà olandese, il Fronte Nazionale in Francia e l’Alternativa per la Germania – in forte vantaggio.

Attualmente nessuno di essi è dato per vincitore, ma se dovessero raccogliere molti consensi, l’incertezza e la turbolenza che ne deriverebbero potrebbero innervosire gli investitori e determinare così un’impennata dei rendimenti. La possibilità che il Regno Unito ricorra all’Articolo 50 (annunciando formalmente la decisione di lasciare l’UE) e l’intenzione della Catalogna di tenere un referendum per l’indipendenza dalla Spagna – con o senza l’autorizzazione di quest’ultima – potrebbero generare ulteriore volatilità.

Non c’è dubbio che in Europa i populisti siano stati ringalluzziti dalla vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA. L’esito elettorale statunitense, che ha alimentato le aspettative di una riduzione delle imposte e di un aumento della spesa infrastrutturale da parte di Trump, con conseguente incremento dell’inflazione e dei tassi di interesse negli Stati Uniti, ha provocato un’ondata di vendite tra i titoli di Stato europei.

Poiché, tuttavia, l’implementazione di importanti progetti infrastrutturali richiederà alcuni anni, le eventuali pressioni inflazionistiche generate da tali iniziative difficilmente verranno sentite quest’anno. Ma l’aspettativa di una crescita più robusta potrebbe esercitare qualche pressione al rialzo sui rendimenti. Inoltre, se Trump implementerà i suoi piani, che prevedono l’attuazione di misure protezioniste, la crescita potrebbe subire un rallentamento a livello mondiale, Europa inclusa.

I FONDAMENTALI DEL CREDITO RESTANO CONTRASTANTI

Per il 2017, il quadro complessivo per l’Europa lascia intravedere rendimenti ancora bassi in uno scenario gravato da notevoli rischi sia politici che legislativi. I fondamentali del credito restano contrastanti. In Europa, nonostante la lieve tendenza rialzista dell’indebitamento societario, la copertura degli interessi resta ottima, grazie ai bassi costi di finanziamento. Nel Vecchio Continente, inoltre, le società non hanno dimenticato l’ultima crisi finanziaria e si guardano bene dal rivivere un simile evento. Questa cautela ha indotto molte imprese a concentrarsi sul mantenimento di bilanci robusti.

Nel 2017 prevediamo che la performance delle strategie sul credito europeo sarà fortemente influenzata dall’interazione tra gli sviluppi politici nazionali ed esteri. Se dopo le tornate elettorali, i partiti contrari all’establishment verranno visti come una minaccia allo status quo o se la crescita europea si attesterà su valori inferiori alle attese, è probabile che la volatilità aumenti, che i mercati azionari esprimano debolezza e che gli spread si allarghino. Parallelamente, tuttavia, la proroga del CSPP fungerà verosimilmente da freno all’ampliamento degli spread.

Il CSPP ha inoltre determinato una differenziazione dei rendimenti tra le obbligazioni, a seconda dell’idoneità di queste ultime ad essere acquistate dalla BCE. Tutto ciò dovrebbe continuare a creare opportunità relative value nell’anno a venire, anche nel settore bancario europeo che è escluso dal programma.

Per le banche, l’aumento e l’irripidimento delle curve dei rendimenti dovrebbero ridurre in parte le pressioni sugli utili. Le valutazioni appaiono interessanti, ma prevediamo che le emissioni bancarie continueranno ad essere fortemente influenzate dal rischio politico. Periodi di debolezza e volatilità potrebbero offrire buone opportunità di acquisto.

IL PERDURARE DELLE INCERTEZZE INVITA ALLA CAUTELA

La continua incertezza intorno agli sviluppi politici e legislativi del 2017 inciderà sui mercati obbligazionari europei nel 2017, e ciò richiede un approccio di investimento cauto. Il fatto che prima o poi il programma andrà inevitabilmente incontro a un ridimensionamento e che in marzo avrà inizio il “superciclo delle consultazioni elettorali” europee significa che i rischi ci accompagneranno per tutto l’anno.

In questo quadro, la flessibilità e la velocità di risposta davanti a variazioni estreme dei mercati rivestiranno un’importanza fondamentale. Ancor più importante, però, sarà la costante enfasi sui fondamentali e sulla selezione dei titoli. A nostro avviso, l’anno prossimo offrirà un contesto difficile per gli investimenti, ma dovrebbe creare anche interessanti opportunità.