La cessione dei crediti deteriorati è davvero la cura dei mali del sistema bancario italiano? L’interrogativo diventa ancora più lecito alla luce del rapporto di Mediobanca “Focus sul sistema bancario italiano nel 2015”.
Ai risultati dell’analisi si è arrivati con una inchiesta che ha coinvolto 492 istituti di credito, oltre il 96% del sistema bancario italiano.
La questione, particolarmente dibattuta in un momento in cui la cura da cavallo imposta dalla BCE alle banche italiane è innanzitutto la pulizia di bilancio, è alla fine anche semplice.
Se una banca non è riuscita a riottenere la restituzione, per fare un esempio, di un prestito da 150.000 euro erogato a un suo cliente, e alla fine decide di vendere il credito deteriorato in questione a 80.000 euro, la perdita sofferta è evidente. E la cessione degli NPL (così la sigla, acronimo di Non-Performing-Loans, ovvero crediti non performanti) avviene sempre a un valore ben inferiore rispetto a quello originario.
Così il responsabile dell’ufficio studi di Mediobanca, Gabriele Barbaresco, in occasione della presentazione dei risultati in un convegno organizzato dalla Fondazione Ugo La Malfa:
“Se ipotizzassimo una cessione in blocco di tutti i 176 miliardi di crediti deteriorati netti alla metà del loro prezzo contabile si abbatterebbe il patrimonio netto tangibile del 40%“.La flessione sarebbe invece pari a-17% nel caso in cui la cessione avesse per oggetto solo le sofferenze.
L’analisi riporta che gli istituti di credito italiani hanno sofferenze con un valore contabile del 42%, in linea con il valore medio di realizzo secondo quanto emerso dai dati di Bankitalia: 43% tra il 2006 e il 2015. Il punto è che gli attori del mercato dei crediti deteriorati acquistano al 23% del valore.
Mediobanca, in base ai risultati dell’analisi ritiene che, alla cessione dei crediti deteriorati a terzi, sia preferibile la gestione in house delle sofferenze, visto che in questo caso il valore di realizzo è del 47%, più del doppio rispetto al 23% derivante dalla cessione a terzi.
Dall’indagine emerge inoltre che su cinque euro prestati dal sistema bancario italiano, uno finisce nella categoria dei crediti deteriorati.