La moglie di Francois Fillon avrebbe usufruito di un’indennità di licenziamento parlamentare da 45 mila euro, garantita dall’Assemblea nazionale francese nonostante avesse trovato un impiego un mese prima. Sono le nuove rivelazioni de Le Canard Enchainé contro il candidato del centro destra. Favorito prima dello scoppio dello scandalo del Pénélopegate, sul lavoro presunto fittizio della coniuge e dei due figli, Fillon non ha intenzione di gettare la spugna e continuerà a fare campagna elettorale.
Pénélope Fillon avrebbe inoltre svolto un doppio lavoro full time: dal luglio 2012 al novembre 2013, secondo Le Parisien, mentre prendeva 5’000 euro al mese dal periodico La Revue des deux Mondes, continuava ad incassare lo stipendio da assistente parlamentare del marito. Si sarebbe trattato di due contratti a tempo pieno ma la carica di assistente parlamentare in realtà potrebbe non impedire di cumulare altri incarichi, a patto di non oltrepassare le 52 ore di lavoro settimanale in parlamento.
Fillon, interrogato insieme ai familiari dagli inquirenti che stanno indagando sulla vicenda, ha denunciato una campagna mediatica distruttiva e imparziale nei suoi confronti e ha difeso la sua posizione. Pur riconoscendo i suoi errori, per aver tenuto un comportamento inaccettabile per buona parte dei cittadini francesi, Fillon sostiene di non aver fatto nulla di scorretto o illecito e nemmeno di originale.
Fillon: problema immorale più che di legalità
La pratica di assoldare familiari è molto comune in Francia. Il 20% dei deputati in Francia (120 circa) ha scelto come dipendenti e assistenti membri della propria famiglia. Sono pratiche seguite da decenni nel paese, ma che – come ha ricordato anche lo stesso Fillon – l’opinione pubblica non è più disposta ad accettare, specialmente in tempi di crisi del mercato del lavoro e di austerity.
Nei sondaggi Fillon ha perso da 1 a sei punti nei sondaggi a causa dello scandalo e ora non riuscirebbe a passare il primo turno. Alla sfida finale andrebbero il centrista indipendente Emmanuel Macron (21-22% delle intenzioni di voto) e la leader della destra radicale Marine Le Pen, del Front National (25% dei consensi)