In bilico fino alla fine. Il Senato Usa ha confermato la nomina di Betsy DeVos come segretario all’Istruzione nell’amministrazione Trump. Una nomina in cui è stato decisivo il voto del vicepresidente Mike Pence, che ha scongiurato lo stallo in aula consentendo di superare la parita’ di 50 a 50.
La nomina di DeVos avanzata da Donald Trump aveva suscitato polemiche con dubbi sulle sue competenze. Non solo. DeVos, controversa paladina degli istituti religiosi, è finita nel mirino delle critiche per la sua proposta di riforma della scuola. Che prevede su scala nazionale un sistema di voucher contributi pubblici alle famiglie che scelgono di mandare i figli in scuole private. Riforma che per anni ha tentato di introdurre senza fortuna nel suo Michigan.
DeVos è tra l’altro sostenitrice del diritto a portare armi anche a scuola e ha finanziato terapie anti gay. Una figura dunque estremista da essere riuscita a dividere perfino la solida maggioranza repubblicana.
Secondo il parere di alcuni storici, citati dai media Usa, è la prima volta che un vicepresidente vota per la conferma di un incarico, una facoltà conferitagli dalla Costituzione in caso di stallo dovuto alla parità dei voti in aula.
La nomina di Betsy DeVos, miliardaria repubblicana di 59 anni, era stata contestata in particolare dai sindacati degli insegnanti oltre che dai democratici, che hanno votato in blocco contro la conferma. Un’opposizione cui hanno pero’ aderito anche due senatrici repubblicane, Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell’Alaska. Sarebbe stata sufficiente un’altra defezione repubblicana e la nomina sarebbe stata respinta.