Società

Bastano 47 mila euro per rifarsi una vita in Svizzera

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Con neanche 47 mila euro si puo’ vivere legalmente in Svizzera, paese confinante con l’Italia tra i piu’ ricchi e con il mercato del lavoro piu’ in salute al mondo, e tentare la propria fortuna.

La scoperta è del quotidiano svizzero Aargauer Zeitung, che ha rivelato come bastino 50 mila franchi svizzeri (all’incirca 46.850 euro al cambio attuale) per assicurarsi il permesso B che consente di soggiornare per 5 anni nel paese. Si tratta di un documento che permette di abitare e lavorare a tutti gli effetti nella ricca confederazione elvetica.

Ci sono pero’ delle condizioni da rispettare: bisogna innanzitutto essere benestanti e bisogna pagare le imposte in Svizzera. L’obiettivo con quanto stabilito nel 2014 dal Segretariato di Stato svizzero alle migrazioni è chiaro: accettare soltanto cittadini che portano vantaggi economici nelle casse della confederazione.

La polizia sta indagando sull’esistenza di un mercato in nero di concessione delle autorizzazioni. Nel 20113 un pentito dell’organizzazione criminale organizzata della ‘Ndrangheta, Gennaro Pulice, ha confessato di aver ottenuto un permesso B pagando una mazzetta.

La Svizzera è un paese extra comunitario che, pur adottando il trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone, non permette a persone che non siano turisti di risiedere nel paese, bensi’ solo di transitarvi.

Le regole per gli stranieri sono abbastanza rigide: senza un contratto di lavoro di un anno, per esempio, non si puo’ avere un contratto di affitto e si è costretti a passare per i subaffitti (che nel paese oltralpe sono regolamentati per legge). Per ottenere un permesso di cittadinanza, occorre aver vissuto almeno 12 anni nel paese e dimostrare di essere conformi alle leggi svizzere, superando un test di appartenenza.

“Siamo di fronte a un’ulteriore dimostrazione di come le autoritá cantonali svizzere siano forti con i deboli e deboli con i forti, viste le difficoltá che hanno gli stranieri meno abbienti ad avere un permesso di soggiorno”, osserva a La Repubblica il docente di Economia dell’universitá di Friburgo, Sergio Rossi.

“La legge federale sugli stranieri”, spiega il professore, “consente di tenere conto dei casi particolarmente gravi o di importanti interessi pubblici, per derogare alle condizioni di ammissione in Svizzera”. “La sua applicazione si limita, in realtá, all’interesse fiscale, infischiandosene dei principi umanitari“.