Francia, Fillon scaricato dai suoi. Le Pen: addio euro “non è questione di se ma quando”
Francois Fillon, finito nel registro degli indagati per la storia dei presunti impieghi fittizi accordati ai suoi familiari, è stato ufficialmente scaricato da più di 60 dei suoi. La lista delle defezioni si allunga: dopo il tesoriere della campagna di Fillon, Gilles Boyer, e il suo consulente Bruno Le Maire, è arrivata la mazzata nella forma di una lettera di 20 politici che hanno chiesto al politico liberale di dimettersi. Fillon, ex primo ministro sotto Sarkozy, è accusato di aver assunto per un incarico parlamentare la coniuge e i due figli, senza che questi abbiano effettivamente ricoperto l’incarico. Secondo RTL il deputato e suo portavoce Thierry Solere annuncerà oggi che Fillon alla fine preferisce rinunciare alla corsa all’Eliseo.
Fillon, che grida al complotto, aveva promesso che se fosse stato indagato non si sarebbe presentato alle elezioni. Fillon, che compie 63 anni domani 4 marzo, è convocato davanti ai magistrati il 15 marzo, due giorni prima dell’ultima data utile per cambiare il candidato del partito. La richiesta di dimissioni in contemporanea con un momento positivo per il leader del movimento indipendente En Marche, Emmanuel Macron, che ha presentato i dettagli del suo manifesto economico e politico. La candidata del Front National Marine Le Pen intanto ha intensificato la sua retorica anti europeista, dicendo che l’addio all’euro non è una questione di se, ma “di quando e come”.
“Non abbiamo un singolo minuto da perdere per mostrare che abbiamo la capacità di reagire prontamente a quello che è accaduto”, dichiara all’emittente BFM Georges Fenech, un parlamentare del partito repubblicano. “Penso che Alain Juppe offra una valida alternativa”.
Secondo quanto riferito da Le Parisien, l’ex primo ministro Alain Juppé, arrivato secondo nelle primarie del partito di centro destra, ha detto ai suoi amici di essere pronto, viste le circostanze eccezionali, a rimpiazzare il candidato conservatore e sfidare il centrista Emmanuel Macron e la leader della destra radicale anti europeista Marine Le Pen, che sull’addio all’euro ha chiarito come non sia nemmeno più una questione di se, bensì di “quando e come”.
Quando mancano solo 50 giorni al primo turno di elezioni presidenziali che si preannunciano quanto mai combattute al primo turno, con un’alleanza tra i due candidati delle forze della ‘gauche‘, ossia il socialista Benoit Hamon e il leader della sinistra Jean-Luc Mélenchon, che non è ancora del tutto da escludere e che nel caso dovesse concretizzarsi vista la percentuale di consensi dei due (circa 15 e 11% rispettivamente) minaccerebbe di scalzare Macron (24%) e l’eventuale candidato del centro destra (Fillon è dato al 20-21%) per il secondo posto dietro alla favorita Le Pen (26-27%).
Al secondo turno gli equilibri di forze si ribalterebbero, con Le Pen che viene data per sfavorita di 15-20 lunghezze – a seconda dei sondaggi – sui rivali più moderati. Il 20 marzo alle 21 sul canale TF1 si svolgerà il primo dibattito tv tra i cinque candidati di punta di un’elezione sempre più tesa, in cui le sorprese e colpi di scena potrebbero non essere finiti qui.