Wikileaks ha annunciato che nei prossimi giorni verranno diffusi documenti riservati sulle attività di spionaggio informatico condotte dalla Cia: questa serie di pubblicazioni, battezzate “Vault7”dalla creatura di Julian Assange, è “la più grande riguardante l’agenzia” dei servizi segreti statunitense.
Secondo quanto si legge sul comunicato della piattaforma, la Cia avrebbe recentemente perso il controllo di un vasto arsenale di armi di spionaggio informatico così pervasive da poter trasformare ciascuno smartphone (Apple, Google, Microsoft) e gli apparecchi televisivi Samsung in microfoni pronti a registrare conversazioni riservate. L’archivio di codici informatici che costituiscono i ferri del mestiere per i pirati digitali della Cia sarebbero “circolati fra ex hacker del governo Usa e contractor in maniera non autorizzata, uno di loro ha fornito a WikiLeaks” il materiale in questione. Le attività di spionaggio hacker dell’agenzia di intelligence americana avrebbero avuto come base il consolato americano di Francoforte (Germania). “Non commentiamo l’autenticità e il contenuto” è la stata la laconica replica della Cia.
Lo scandalo non si esaurisce solo nel fatto che la Cia abbia potuto carpire informazioni anche da soggetti non americani, in spregio a ogni legge vigente sulla riservatezza, ma anche che tale know-how adesso sia potenzialmente utilizzabile anche da soggetti “non autorizzati”. “Una volta che una singola cyber-arma viene persa”, scrive Wikileaks, “può diffondersi in tutto il mondo in pochi secondi. Questa straordinaria collezione che conta diverse centinaia di milioni di codici, consegna ai suoi possessori l’intera capacità di hackeraggio della Cia”.