I tecnici di Palazzo Chigi sono al lavoro per modulare gli interventi più importanti che saranno presentato nel prossimo Documento di Economia e Finanza (Def), i cui termini di presentazione scadono il prossimo 10 aprile. Gli interventi in programma, che dovrebbero dare un’impronta tendenzialmente espansiva al programma economico del governo, dovranno tenere conto delle correzioni richieste da Bruxelles sul bilancio pubblico. Secondo le anticipazioni pubblicate dal Sole24Ore, i capitoli sono quattro: la riduzione del cuneo fiscale, i “nuovi” 80 euro in busta paga, la revisione della spesa, e l’intervento sulle aliquote Iva in aumento (probabilmente contenuto).
Per quanto riguarda il primo punto, quello sul cuneo fiscale, si ipotizza la riduzione del prelievo dei contributi previdenziali per i nuovi assunti: una mossa da 1-1,5 miliardi che sarebbe spartita per due terzi a beneficio dei datori di lavoro e per un terzo ai dipendenti.
Sul fronte degli 80 euro, come era stato sollevato nei mesi scorsi, il problema da risolvere sta nel fatto che la platea dei beneficiari cambia ogni anno sulla base dei redditi dichiarati: se questi oltrepassano una determinata soglia si perde il bonus. La stabilizzazione del bonus, le cui modalità non sono ancora chiare, dovrebbe costare alle casse dello Stato circa un miliardo di euro.
Le clausole di salvaguardia collegate all’aumento dell’Iva previste per il prossimo anno vedrebbero crescere le aliquote dal 22 al 25%, nel caso di quella ordinaria, e dal 10 al 13% in quella agevolata. Il governo punta sterilizzare l’effetto di questi rialzi il più possibile, anche perché questo genere di ritocchi sono fortemente impopolari. Le ipotesi di ritocco sarebbero bilanciate in modo da non richiedere esborsi eclatanti per il contribuente, il Sole parla di 300 milioni.
La Spending review, infine. Il contenimento della spesa pubblica, molto caro anche a Bruxelles, dovrebbe reperire dai 5 ai 7 miliardi inclusivi degli 850 milioni già promessi entro il 30 aprile nella manovra correttiva.