Sono buone, ma non eccezionali, le notizie che arrivano dal mercato del lavoro americano relative al primo mese completo in carica del nuovo presidente Donald Trump. Gli Stati Uniti hanno creato 235 mila posti di lavoro a febbraio, facendo meglio del previsto, con il tasso di disoccupazione che è sceso al 4,7% dal 4,8%, in linea con le attese. Le stime raccolte da Bloomberg erano in media per un incremento di 200 mila posti di lavoro, mentre gli economisti interpellati da Reuters puntavano su un’aggiunta di 190 mila posizioni. I dati di gennaio sono stati rivisti al rialzo da +227 mila unità lavorative create a +238 mila, con una creazione netta di lavoro di 9mila unità negli ultimi due mesi.
Anche i salari orari sono aumentati, dell’2,8% su base annuale, come preventivato dagli analisti. Ma c’è un dato che ha deluso i mercati e riguarda l’incremento su base mensile: l’incremento medio è stato dello 0,2%, meno delle attese che erano ferme al +0,3% dopo l’espansione deludente dello 0,1% del primo mese dell’anno.
Il tasso della partecipazione alla forza lavoro è salito da parte sua al 63% dal 62,9% di gennaio e c’è una fetta crescente di americani che sta tornando a lavorare: il numero di persone che è fuori dalla forza lavoro è calato infatti di 176 mila unità a quota 94,190 milioni, il livello più basso da aprile 2016. Il numero di persone che vuole un impiego in questo momento” è sceso a 5,597 milioni.
Nel complesso si può affermare che il caso per un rialzo dei tassi della Federal Reserve esce rafforzato dagli ultimi dati macro, ma secondo il gestore di Janus Capital Bill Gross l’incremento dei posti di lavoro negli Stati Uniti difficilmente proseguirà a questi ritmi. L’euro guadagna lo 0,48% a 1,0627 dollari sul Forex. I tassi di interesse sui Bond americani di riferimento sono congelati, scambiando sostanzialmente invariati rispetto alla chiusura di ieri.
Sui mercati finanziari, il dollaro Usa scivola in rosso e al momento l’indice che misura la prova del biglietto verde su un paniere di valute rivali cala dello 0,21% a 101,64 punti. I future sull’indice S&P 500 guadagnano invece terreno, estendendo i rialzi sopra il livello di +0,4%. Quando la Borsa apre alle contrattazioni alle 15.30, Wall Street dovrebbe aprire in progresso di circa mezzo punto percentuale.
È un rapporto occupazionale che è positivo in generale, ma se da un lato è sicuramente “solido per Wall Street, non è altrettanto positivo per Main Street”, ossia per l’economia reale, le famiglie e le imprese, spiega a Bloomberg Tv Mohamed El-Erian, sottolineando che in ogni modo i salari dovrebbero crescere ancora. Quanto alle prospettive di politica monetaria, se il tasso di partecipazione alla forza lavoro sale è una buona cosa e ci saranno almeno tre rialzi dei tassi quest’anno.
La Federal Reserve imporrà assolutamente una stretta monetaria alla riunione di marzo della prossima settimana, secondo l’ex AD di Pimco, il maggiore fondo obbligazionario al mondo, ma questo non significa che ci saranno più di tre rialzi dei tassi quest’anno. Per lo meno non è ancora detto. Questo è quello che ci dice il rapporto occupazionale secondo il consulente di Allianz.