Anche se buona parte dei movimenti sovranisti europei che propugnano la chiusura delle frontiere all’immigrazione selvaggia sono, più o meno esplicitamente, fan della Russia di Vladimir Putin, non considerano un aspetto fondamentale della strategia di Mosca: l’immigrazione è benvenuta. Anzi, secondo quanto si leggeva un editoriale della Nezavisimaya Gazeta, il Russia opporsi all’arrivo di forza lavoro straniera è considerata “dalle autorità come una inaccettabile forma di nazionalismo”.
A sottolineare questo fenomeno apparentemente inatteso è un approfondimento di Bloomberg che attraversa il mondo dell’immigrazione in Russia. Qui la crisi economica ha rivelato “un enorme deficit di forza lavoro”, come ha sottolineato il direttore del programma di policy economica del Moscow Carnegie Center, Andrey Movchan.
Questa è, in effetti, una differenza non di poco conto fra l’economia russa e, ad esempio, quella francese od italiana: se nella prima il tasso di disoccupazione è poco al 5,6%, esso supera il 10% in Francia ed è il 12,4% in Italia, più che il doppio. In ogni caso è curioso registrare come il modello nazionalista più ammirato da diversi gruppi euroscettici abbia idee molto distanti da loro in tema d’immigrazione. “Trump e Le Pen”, titolava l’articolo della Nezavisimaya Gazeta, “sarebbero all’opposizione in Russia”.
Secondo quanto rileva Bloomberg, il favore russo verso l’immigrazione non fa tanto parte della cultura dell’establishment, quanto della semplice necessità economica: “la realtà in Russia è che l’economia dei migranti è gran parte della sua ripresa da una recessione prolungata. E il governo lo sa”.
“Se si rimuovessero gli immigrati, che costituiscono il 15% della forza lavoro russa, sarebbe impossibile sostituirli”, almeno agli stessi prezzi: secondo Movchan salari più alti per i lavori attualmente ricoperti dagli stranieri danneggerebbero l’economia.
Un altro dato su cui riflettere è il numero di musulmani presenti in Russia: ben il 6,4% della popolazione complessiva. Si stima che in Francia, uno dei Paesi occidentali con la maggiore quota di fedeli all’Islam, la percentuale sia compresa fra il 5 e il 7%.