Economia

Germania: al via G20 sotto la minaccia protezionista Usa

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BERLINO (WSI) – Al via oggi e fino a domani il vertice G20 in Germania a Baden-Baden dove si riuniranno i ministri delle finanze e i banchiere centrali delle 20 maggiori economie del mondo. Non è previsto alcun comunicato ufficiale che spieghi come le grandi potenze mondiali intendono combattere il protezionismo

E’ il primo G20 a cui partecipano  gli Stati Uniti dopo le elezioni di Donald Trump e grande attesa è per le parole del segretario del Tesoro a stelle e strisce Steven Mnuchin che dovrà illustrare quali orientamenti sull’economia vuole prendere il presidente Trump, in particolare la questione sul libero scambio minacciata dal protezionismo invocato dal tycoon.

Rumor su bozza: Forex e protezionismo

Intanto arrivano le prime indiscrezioni sulla bozza del comunicato ufficiale che verrà fuori dal G20 e che verrà pubblicato sabato. In particolare si legge che i leader finanziari del G20 ribadiscono l’impegno ad evitare svalutazioni competitive e lanciano un allarme sulla volatilità dei tassi di cambio sul forex. Ma nessun riferimento al protezionismo, marchio di fabbrica della nuova amministrazione Trump.

Nella bozza, secondo le prime indiscrezioni, inoltre si legge che la politica monetaria continuerà a supportare la crescita e la stabilità dei prezzi ma da sola non potrà portare a nessuna crescita economica equilibrata. Nella bozza tuttavia, almeno finora, non sembra esserci però alcun riferimento al protezionismo.

Ambiente: braccio di ferro tra Germania e USA

Ma il braccio di ferro che si attende nella riunione a Baden – Baden vede da una parte la Germania  e dall’altra gli Stati Uniti, divise mai come oggi sul tema ambientale. Da una parte infatti la Germania di Angela Merkel punta a politiche più green e cercherà di convincere i leader europei che il futuro del mondo è per l’energia pulita.

A tal proposito Thorsten Herdan, ministro tedesco per gli affari economici e l’energia, parlando alla BBC, ha reso noto che il governo di Berlino sta preparando una ricerca sui benefici che si avrebbero  con la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Dall’altra parte gli Stati Uniti invece con la nuova amministrazione guidata da Donald Trump hanno appena varato un piano di bilancio per ridurre in maniera drastica i fondi allEpa (Environmental Protection Agency), l’agenzia che svolge le funzioni di ministero dell’Ambiente federale.

I bilanci dell’Environmental Protection Agency infatti saranno  tagliati del 31,5% (2,6 miliardi di dollari), dimezzando così il settore ricerca. Un duro colpo all’ambiente targato Trump.