VIENNA (WSI) – Ancora una volta l’Ue si spacca sulla questione migranti. Dopo l’annuncio della Grecia di non poter più accogliere migranti, considerando una situazione ormai al collasso, ora è la volta dell’Austria.
Vienna potrebbe presto ritirarsi dal piano di ricollocamento dei profughi deciso dall’Unione europea. A proporlo il ministro della difesa Hanz Doskozil secondo cui il paese ha più che rispettato gli obblighi europei ma ora è la volta di cambiare.
“Abbiamo fatto a sufficienza la nostra parte nella gestione umanitaria e il governo potrebbe varare già domani (ndr:oggi) quello che non è un’uscita dall’accordo Ue, perché l’Austria, visto gli impegni già presi, non sarebbe neanche più tenuta ad accogliere ulteriori profughi”.
In base all’accordo Ue Vienna deve farsi carico di 1491 richiedenti asilo arrivati in Grecia e di 462 arrivati in Italia. Nel 2015 il paese ne ha accolti 90mila e 30mila nel 2016. Numeri in proporzione molto alti secondo Vienna.
“Abbiamo accolto negli ultimi due anni in proporzione molto più domande d’asilo dell’Italia, ovvero 4587 contro 1998 domande per un milione di abitanti”.
Da qui la proposta del ministro Doskozil di uscire dal piano di ricollocamento dei profughi visto che l’Austria è uno dei paesi che porta maggior peso nella questione dei flussi migratori.
Il ministro riserva poi una stoccata all’Italia, evidenziando che i profughi che in realtà dovrebbero trovarsi in Italia hanno presentato domanda d’asilo in Austria, finendo così per incrementare il fenomeno dell’ingresso illegale di profughi da Roma verso Vienna.
Il Commissario Ue Dimitris Avramopoulos richiama gli Stati membri a rispettare gli accordi presi affermando che in Italia i richiedenti asilo sono 6mila contro i 20mila della Grecia. Perché questa diversità di numeri? A spiegarlo è lo stesso greco:
“Nel vostro paese arrivano soprattutto migranti economici e questo si somma con una certa lentezza delle procedure burocratiche”.