Non usa mezzi termini Yves Longchamp, head of research di Ethenea, per descrivere la situazione attuale dei mercati azionari. Spinti dalle promesse di Trump, potrebbero ora afflosciarsi
Con le pive nel sacco Donald Trump ha dovuto fare marcia indietro e ritirare la sua proposta di riforma dell’Obamacare, la legge sull’assistenza sanitaria voluta dal suo predecessore Barack Obama. Ha così evitato la bocciatura da parte della Camera dei rappresentanti dove il Partito repubblicano ha la maggioranza.
Il presidente degli Stati Uniti non può tuttavia evitare i dubbi che ora si affacciano alla porta dello Studio Ovale sulla sua reale capacità di implementare le riforme promesse in campagna elettorale, tra le quali la tanto attesa riforma fiscale.
Dubbi che ora assomigliano a un’incrinatura nell’arco di una diga, quella delle certezze che hanno spinto Wall Street sempre più in alto.
“Il mercato potrebbe ben presto dover prendere atto che le speranze suscitate dalle riforme promesse da Donald Trump erano mal riposte. L’Amministrazione statunitense rilascia grandi dichiarazioni a cui finora non hanno fatto seguito azioni particolarmente incisive sul piano della sostanza”. Il commento di Yves Longchamp, a capo della ricerca di Ethenea Independent Investors è netto e la sua sfiducia nei mezzi di Trump è tanta: “Il gran parlare di Trumpflation – prosegue Longchamp – sembra finora essere soltanto quello: un gran parlare. In quanto europei, tutto ciò non dovrebbe turbarci più di tanto. Le ripercussioni saranno avvertite soprattutto dagli elettori americani che si sono fatti abbindolare da Donald Trump. Sarebbe tuttavia molto importante anche per noi europei se il mercato dei capitali tenesse conto dei fatti, piuttosto che correre dietro a un’idea finora illusoria”.
Secondo lo strategist di Ethenea, dopo la vittoria di Trump alle elezioni, “gli operatori si sono affollati sul carro del vincitore e i riflettori sono stati puntati sugli annunci di spese infrastrutturali e sui piani di deregolamentazione del settore bancario. Gran parte dei recenti movimenti dei listini azionari e obbligazionari possono però essere attribuiti a un prematuro ottimismo. Un’eventuale riesame delle precedenti convinzioni potrebbe causare nuovi repentini mutamenti. L’entusiasmo che ha improvvisamente messo le ali ad azioni e obbligazioni potrebbe da un momento all’altro svanire”.