La Casa Bianca starebbe valutando l’introduzione di due nuove tasse, un’Iva sui consumi e la carbon tax sulle emissioni di gas serra prodotti da combustibili fossili, per aumentare le entrate e il gettito fiscali. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali le due nuove imposte rientrerebbero nell’ambito della più ampia riforma delle tasse.
La notizia è stata tuttavia smentita dalla vice-portavoce della Casa Bianca, Lindsay Walters, che ha liquidato le indiscrezioni raccolte dal giornale della capitale americana dicendo che “al momento” queste ipotesi “non sono prese in considerazione”.
Ricordiamo che il presidente Donald Trump ha promesso un forte taglio delle tasse, ma all’interno dell’amministrazione si valutano strade per aumentare le entrate fiscali così da non creare un buco di bilancio. Secondo il Washington Post, l’amministrazione Trump si trova ancora nei primi passi della messa a punto di un nuovo codice tributario, anche perché sa bene di avere bisogno di consensi a cominciare dal partito repubblicano per evitare un’altra sconfitta dopo quella dello scorso 24 marzo sulla sanità.
Un nuova sconfitta sul piano fiscale sarebbe un flop clamoroso per Trump, capace di pesare non solo sugli equilibri a Capitol Hill, ma anche sui mercati finanziari (segui live blog). D’altra parte, se è vero – come promesso più volte – che Trump vuole tagliare di molto le aliquote, il suo governo dovrà trovare altre fonti di entrate per controbilanciare una tale mossa.
Diversamente da molti repubblicani, i democratici sono teoricamente favorevoli alla carbon tax come misura con cui lottare contro il cambiamento climatico; loro stessi non riuscirono però a raggiungere un accordo per la sua introduzione durante i primi anni dell’amministrazione Obama. Anche vari gruppi petroliferi hanno sposato la sua adozione. Quanto all’Iva, ci sono due schieramenti: quello secondo cui è una iniziativa positiva per l’economia e quello secondo cui invece incentiva gli sprechi nella spesa pubblica e soprattutto pesa sulle fasce più deboli della popolazione.
Le indiscrezioni hanno messo sotto pressione il settore dei punti vendita in Borsa ieri, con i sotto comparti che hanno accusato ribassi del 2,5-3,5% (vedi grafico sotto). Tra i singoli gruppi, particolarmente pesanti i titoli di JC Penny’s, che hanno accusato in chiusura un calo di circa il 6,8%. Molto male hanno fatto anche, per citare i nomi maggiori, Macy’s (-2,53%), Kohl’s (-3,7%), Express (-5,6%) e Nordstrom (-5,5%).