Due anni fa Fisher Investments Europe è sbarcata in Italia. L’obiettivo? Offrire un servizio di consulenza che gli investitori si meritano ma che ancora non hanno. WSI ne ha parlato con il chairman Ken Fisher
Fisher Investments Italia è nata nel 2015 ma la storia del gruppo e la sua esperienza personale sono molto più lunghe. Oggi è più facile o più difficile essere un consulente finanziario?
Ogni era ha le sue sfide. In Italia, oggi, l’offerta di consulenza finanziaria è limitata e obsoleta. Questa è una delle ragioni per cui abbiamo deciso di venire in Italia. Gli investitori italiani si meritano consulenza e servizi di primo livello, cosa che noi forniamo con successo negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa. La debole concorrenza in Italia rende più semplice e più facile, nonché più importante per i clienti, essere presenti e avere successo.
Quali sono le caratteristiche distintive dei servizi di consulenza offerti da Fisher Investments Italia?
Servizio, competenza e approccio personalizzato. In Italia gli investitori sono costretti a scegliere tra un sempre minor numero di grandi banche che spingono prodotti finanziari con alte commissioni e una personalizzazione minima. Inoltre cercano di vendere anche prodotti assicurativi e di credito che il cliente non vuole o di cui non ha bisogno. A Fisher Investments Italia ci prendiamo il tempo necessario per studiare la situazione finanziaria e gli obiettivi di ogni cliente. Poi la strategia di portafoglio viene specificamente definita insieme a un servizio continuo per mantenere l’investimento in linea con i suoi obiettivi.
Siete arrivati in Italia in uno dei periodi più difficili. Che situazione avete trovato e quali opportunità di sviluppo vedete?
Con le avversità arrivano le opportunità per distinguersi. Come ho detto, gli investitori italiani non stanno ricevendo il servizio di consulenza e le competenze che meritano. Noi vogliamo modificare questa situazione. Gli scenari di mercato cambiano, alcune volte in meglio altre in peggio. Un gestore capace deve aiutare i clienti a navigare in ogni scenario.
Il 2017 è iniziato con prospettive differenti rispetto al 2016. All’inizio dello scorso anno lei era positivo sulle azioni. Lo è ancora?
Abbiamo soprannominato il 2016 come l’anno dell’incertezza calante. Gli investitori si sono preoccupati per la Cina, per le obbligazioni spazzatura, per il calo del prezzo del petrolio, per la Brexit, per Donald Trump e per la Fed. Quando queste paure sono passate le azioni globali sono cresciute. Anche la nebbia che c’è ora in Europa si diraderà nel corso dell’anno. Le elezioni in Olanda hanno già rasserenato il clima. Ora l’attenzione è sui negoziati per la Brexit e le elezioni in Francia. In Italia Matteo Renzi probabilmente otterrà le elezioni anticipate e la Germania voterà a settembre. La riduzione dell’ansia politica migliorerà il sentiment e spingerà le azioni, con l’Europa che prenderà la leadership agli Stati Uniti. Cerchiamo opportunità nelle grandi azioni globali, specialmente nei settori tecnologia, salute e consumi discrezionali.
Sulle altre asset class, che attese avete?
La nostra previsione più controversa per il 2017 è un calo dei tassi di interesse di lungo termine. Nessun altro ha un’aspettativa simile e anzi molti prevedono esattamente l’opposto. Bassi tassi significa che le obbligazioni che hanno una duration più lunga sovraperformeranno mentre l’inflazione rimane bassa e le materie prime, prese come categoria complessiva, sottoperformeranno.
L’intervista è tratta dal numero di aprile del mensile Wall Street Italia, attualmente in edicola.