ROMA (WSI) – Aumento record lo scorso anno dei ricorsi a Bankitalia o all’Arbitro bancario finanziario da parte dei correntisti italiani, circa 1131 richieste al mese. Il motivo? Troppe anomalie verificatesi allo sportello bancario, anomalie che finiscono per pesare sulle tasche delle famiglie e imprese superando i 100 milioni di euro. È questa la cifra, indebitamente prelevata dai conti correnti, di famiglie e imprese che è stata restituita ai clienti su input di Banca d’Italia nel biennio 20015-2016.
Ma quali sono queste anomalie riscontrate? Dalle cessioni del quinto troppo alte caricate di costi poco trasparenti, ai costi dei conti correnti che sono stati gonfiati, fino alle commissioni eccessive sugli sconfinamenti bancari e alle condizioni praticate sui mutui risultate ben diverse da quelle pubblicate o più costose rispetto a quanto previsto nel contratto firmato con la banca.
A dare qualche suggerimento ai clienti è dalle pagine de La Stampa, Emilio Graziuso di Confconsumatori:
“Il suggerimento è leggere sempre attentamente tutte le condizioni, cercare i tanti costi e comparare lofferta con quella di altre banche e intermediari (…) La gran parte delle battaglie è sui conti correnti e sugli sconfinamenti. Quando lo scoperto riguarda cifre importanti, il conto finale può diventare anche di diverse migliaia di euro più salato. Rifare i calcoli con le condizioni corrette può portare a rimborsi notevoli. Il segreto, in molte questioni con le banche è quello di conservare sempre tutta la documentazione, gli estratti conto e i contratti. L’istituto è, infatti, tenuto a conservare le carte che riguardano solo questo periodo. In genere, il resto dovrà essere dimostrato dal cliente e le perizie vengono fatte in base a questi documenti”.
Una volta emersa l’anomalia, cosa può fare il correntista per difendersi? In primis deve rivolgersi all’ufficio reclami della sua banca che deve rispondere per legge entro 30 giorni. Qualora la risposta data non sia soddisfacente o nel caso di silenzio, il correntista può rivolgersi all’Abf, l’Arbitro bancario finanziario e in un secondo momento al giudice ordinario. Infine altra strada è anche quella di presentare ricorso alla Banca d’Italia che può sollecitare la banca ad approfondire la questione e rispondere al cliente. In ogni caso la cautela è d’obbligo.