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Commissione Ue chiede fine dei controlli alle frontiere

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Il ripristino temporaneo dei controlli alla frontiera, messi in campo da Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia per gestire in modo più ordinato la crisi dei migranti dovrà essere rimosso entro sei mesi: così si legge in una nota di raccomandazione diffusa martedì dalla Commissione Ue.

“I controlli attualmente in essere in alcuni dei confini interni di Schengen”, secondo la Commissione Ue, dovrebbero essere sempre più sostituiti con “misure alternative che possono offrire lo stesso livello di sicurezza, come controlli di polizia proporzionati nelle aree di confine e lungo le strade principali”. Una raccomandazione ufficiale in merito è stata dunque presentata dalla Commissione, per spingere i Membri che non hanno abbandonato i controlli al confine a farlo al più presto, visto che “la situazione complessiva continua a stabilizzarsi” sul fronte dei migranti, scrive l’esecutivo comunitario.

“Grazie ai nostri sforzi congiunti i nostri confini esterni sono ora più forti e più sicuri”, ha detto il vice presidente della commissione Frans Timmermans, “lavorando insieme è possibile avere sia la sicurezza sia la libertà di movimento. Ciò implica che in sei mesi avremo indietro un’area Schengen completamente funzionante senza controlli al confine interni”.
I controlli al confine sono stati una risposta al massivo afflusso di migranti irregolari, in particolare dall’Estate 2015. Da allora è stato messo in piedi un accordo con la vicina Turchia per limitare gli arrivi in Grecia. Dal 6 ottobre 2016, spiega la nota, gli arrivi irregolari in Grecia sono scesi del 97%. In Italia, com’è evidente dai dati del ministero dell’Interno, la situazione non è altrettanto migliorata.