ATENE (WSI) – Atene è di nuovo sotto i riflettori. Il 2 maggio scorso il governo guidato da Alexis Tspiras e i creditori internazionali hanno raggiunto un accordo in merito all’erogazione di una nuova tranche di aiuti da 7,4 miliardi necessaria per pagare i debiti ellenici in scadenza a luglio.
Sembra che anche il Fondo monetario internazionale parteciperà al finanziamento per il terzo salvataggio della Grecia, come ha sottolineato il ministro delle finanze polacco, Peter Kazimir.
“A me sembra di sì, l’Fmi provvederà a finanziare la Grecia. Dobbiamo ringraziare Christine Lagarde che si è impegnata per convincere il Fondo monetario (…) L’ammontare non è importante, è simbolico. Tecnicamente, il Fondo monetario deve essere della partita”.
In cambio dei finanziamenti arriverà una nuova austerity per il popolo greco che prevede l’abbassamento della soglia di reddito esentasse da 8.636 a circa 6mila euro e alcuni tagli alle pensioni. Proprio in merito al capitolo pensioni un tribunale ellenico ha stabilito che i tagli concordati dal governo con i suoi finanziari stranieri violerebbero la Cedu, ossia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
In ogni caso si preannuncia una nuova stagione lacrime e sangue per il popolo greco e anche per il premier Tspiras che cala nei sondaggi a favore del suo rivale, il 49enne Kyriakos Mitsotakis. Il leader di Nèa Demokratia è in testa agli ultimi sondaggi con oltre il 35 per cento. Nel corso di un’intervista al Corriere della Sera Mitsotakis accusa il populismo di Syriza come causa della recessione che vive oggi il popolo ellenico.
“Siamo stati i primi e unici nell’area euro a eleggere un movimento populista. E i populisti ovunque siano propongono soluzioni semplici per problemi complessi, pensano sempre che la colpa sia degli altri, si appellano alle emozioni anziché alla ragione, sono euroscettici per natura, sono chiusi invece che aperti. Non hanno una vera esperienza di gestione. La Grecia ha pagato un prezzo elevato. Alla fine del 2014 eravamo l’economia in crescita più rapida dopo il Lussemburgo. Alla fine del 2016, la sola in recessione (…) Alexis Tspiras è un ottimo populista, e un pessimo premier”.