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Petrolio: per Goldman Sachs è ora di comprare

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Per chi investe nelle materie prime questo è il momento buono di comprare petrolio. Questa almeno è l’opinione dei maggiori esperti del settore secondo cui il greggio appare avviato sulla strada dei rialzi.

Condivide questa posizione Jeffrey Currie di Goldman Sachs, secondo cui gli investitori dovrebbero stare lunghi sull’oro nero in quanto il mercato del greggio è già in una situazione di deficit dell’offerta.

Le attese sono dunque per un aumento delle quotazioni. In particolare,la banca d’affari punta su un aumento delle quotazioni del 13,3% nei prossimi tre mesi e del 12,2% nel corso del prossimo anno. 

Decisivo sarà il vertice Opec del 25 maggio. In quell’occasione lo storico dilemma che affligge l’Opec è diventato ancora più impegnativo: se continua a chiudere i rubinetti, com’è orientato a fare, o no.

Se non lo fa rischia di veder crollare di nuovo le quotazioni del petrolio, cosa che non si può permettere: molti dei suoi Paesi membri hanno imparato a convivere con un prezzo del barile più basso rispetto a qualche anno fa, ma già ai livelli attuali sono pochissimi quelli che riescono ad arrivare al pareggio di bilancio.

Pochi giorni fa il Fondo monetario internazionale, in un rapporto su Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale, ha reso solo il Kuwait arriva a breakeven col barile sotto 50 $ (a 49,1 $). Per Iran, Iraq e Qatar bastano quotazioni tra 50 e 55 dollari, ma all’Algeria servono 64,7 $, alla Libia 71,3 $ e all’Arabia Saudita addirittura 83,8 $.

In mattinata, le quotazioni stanno segnando rialzi con il Brent +0,12% a $50,83
e il Wti +0,17% a $47,91.