Emmanuel Macron è il nuovo Presidente della Repubblica francese. L’ex ministro dell’economia, dell’industria e del digitale del secondo governo Valls, alla guida del partito “En Marche!” è infatti succeduto a Francois Hollande.
Dopo aver vinto già nel primo turno, prevalendo nelle grandi città specie nell’ovest della Francia, Macron era passato al ballottaggio contro Marine Le Pen, la quale aveva invece vinto nella provincia francese alla guida del “Front National (FN)“.
Al ballottaggio, Macron è riuscito a far convogliare verso di sé i voti degli elettori che erano legati ai Partiti eliminati al primo turno: più specifiche le indicazioni dei candidati sconfitti Francois Fillon e Benoit Hamon che hanno esortato a votare contro il Front National, più sobrie quelle di Jean-Luc Mélenchon che ha invece invitato i suoi elettori a votare secondo coscienza al ballottaggio.
Ecco come “Il Sole 24 Ore” ripartiva le quote dei potenziali elettori:
Macron, rottura col passato o massoneria al potere?
Macron, il capo di Stato più giovane dai tempi di Luigi Napoleone, dice di voler attuare una politica di rottura rispetto al passato.
Con approccio simile a quello renziano, mette al primo punto della sua agenda una riforma del lavoro per combattere la disoccupazione tramite un piano che si potrebbe definire un Jobs Act alla francese, dove sfiderà anche i sindacati. Per porlo in essere, punterà su liberalizzazioni e sul togliere qualche diritto (che lui preferisce chiamare vantaggio) ai lavoratori, in cambio di un accelerazione delle assunzioni.
Il fresco vincitore parla poi di Europa, dicendo che va rifondata ma al tempo stesso che intende rafforzare l’asse con Berlino.
Altra priorità all’Eliseo è la sicurezza, dove Macron riconosce il fatto che le Francia stia vivendo in uno stato d’emergenza permanente a causa dei recenti attentati. Promette di investire il 2% in più del PIL per la difesa e vuole far nascere dei centri di “recupero” che aiutino le persone più radicalizzate e vicine all’ISIS a reinserirsi nella società. In verità, questo punto era già stato sviluppato da Francois Hollande, ma con dubbi risultati.
Un discorso dunque incentrato sulla rottura col passato ma che, unendo i puntini, si ricollega perfettamente alle linee guida fin’ora attuate e che pare piuttosto indirizzare le scelte decisionali verso l’approccio del “non c’è altra scelta”, ovvero potenziare quelle stesse politiche del “ci vuole più Europa” che ci hanno portato a questa situazione di crisi.
Macron sarà in grado di dare un segno di rottura col passato che porti all’Europa quello slancio di cui tanto ha bisogno?
Per ora, sull’esordio dell’enfant prodige dell’alta finanza con un passato alla banca dei Rothschild, resta l’ombra del discorso fatto il 7 maggio, dove nel suo completo blu in perfetto stile con l’ambiente finanziario, ha voluto parlare al popolo francese in una cornice che vedeva alle sue spalle la piramide illuminata del Louvre, alla quale mancava solamente l’occhio al centro del triangolo.
Coincidenza alla quale non ha fatto caso o un simbolismo volutamente ricercato come chiaro riferimento al trionfo della massoneria, una parte della stessa élite dell’alta finanza che ci ha portati e che ci vuole nella condizione economico-sociale in cui siamo ora?
Come ha anche osservato il quotidiano francese Le Figaro sono stati e sono tuttora numerosi gli uomini politici in Francia che si possono considerare affiliati a movimenti della Massoneria Lo stesso Hollande si era recato in visita ufficiale da capo dello Stato a inizio di quest’anno alla sede del Grande Oriente – che si oppone al razzismo e ai “nemici della democrazia” (e quindi anche per certi versi al partito dei Le Pen) – allo scopo di rendere omaggio all’anniversario dei 300 anni dalla fondazione della massoneria moderna.
Macron è una persona molto colta e preparata in diversi campi. Proprio il suo status di intellettuale è bastato ad alimentare dubbi – in particolare tra i suoi critici – sulla sua possibile vicinanza alle logge massoniche del paese.
All’indomani di una cerimonia di insediamento all’Eliseo “impeccabile”, come è stata definita all’unisono da tutti i media francesi, oggi Macron dà il via al suo mandato quinquennale con un’agenda già fitta di impegni importanti: prima dovrà nominare il primo ministro del suo governo (leggi lla lista di candidati papabili), poi è atteso a Berlino dalla cancelliera Angela Merkel, a conferma della priorità che il neo presidente dà al rafforzamento dell’asse franco-tedesco.