Emmanuel Macron ha scelto un uomo della destra moderata per guidare il suo governo: si tratta del deputato conservatore Edouard Philippe, esponente politico vicino all’ex premier Alain Juppé. Il sindaco di Havre prenderà il posto di Bernard Cazeneuve. Il nome di Philippe circolava da un po’ perché si tratta di una personalità stimata dalla sinistra e che Macron conosce dal 2011, ma non era stato citato dai media e dagli osservatori di politica tra quelli favoriti per la nomina di primo ministro.
L’interno è chiaro ed è quello di creare divisioni in seno alla destra. Da quando è stato eletto Macron non ha smesso di indirizzare dei messaggi di avvicinamento e di apertura al dialogo con l’ala più moderata dei Repubblicani, e in particolare con il filone dei juppeisti. L’intento, in chiave legislative di giugno, è anche quello di assicurarsi di ottenere una maggioranza parlamentare. È un esempio di come Macron abbia intenzione di rompere con il passato e di continuare a sorprendere, facendo le cose a modo suo.
La recente elezione del nuovo Presidente della Repubblica francese che ha visto primeggiare un giovane ma navigato politico senza partito, sembra aver restituito credibilità e fiducia nella politica nell’accezione più ampia del termine. Il fatto che buona parte del popolo francese, votando Macron, abbia rifiutato le soluzioni radicali, approssimative e velleitarie di Marine Le Pen, malgrado il clima ingenerato dai ripetuti attacchi terroristici dell’ultimo biennio, fanno ben sperare.
Con la vittoria di Macron possiamo dire che ha vinto la speranza in luogo della paura, ha vinto l’apertura e il dialogo invece della chiusura e della conservazione. Ma l’aspetto più interessante a mio avviso emerso in questa tornata elettorale transalpina, è stata la bocciatura di riti e metodiche già conosciute e risultate fallimentari in Francia come nel resto del mondo: il pugno chiuso e la bandiera rossa hanno perso il loro fascino e, insieme alla loro utopia che tutti dobbiamo essere uguali, a prescindere, non convince più come in passato.
Beninteso, anche il capitalismo che abbiamo conosciuto non è riuscito nello sforzo di realizzare una maggiore giustizia sociale, basata su un equilibrio che finora è mancato. La politica, per definizione, deve cercare soluzioni praticabili e spesso urgenti, a problemi concreti che, per quanto evidenti, sono stati volutamente sottovalutati.
“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”
Ecco, voglio ricordare una grande ed ovvia verità detta dall’illustre matematico Albert Einstein. Volendo tradurre la citazione ai problemi di oggi, appare innegabile, al netto degli schieramenti politici di ognuno, la capacità e lungimiranza politica di un leader che, accortosi che qualcosa non funziona, adotta ed introduce quelle novità di sistema in grado di modificare lo status quo.
Pertanto, oggi più che in passato, servono leader intelligenti e coraggiosi che, hanno e riescono a trasmettere una visione di futuro, capaci di interpretare i bisogni se non di tutti almeno di quelli che risultano fuori o comunque lontani dalla scala sociale, non dico del benessere, ma almeno di un ritorno ad una condizione di sopravvivenza.
Le banlieue francesi, insieme alle nostre periferie, rappresentano un segnale, un alert per tutti gli amministratori di Governo.
Le banlieue, non sono spazzatura come qualche tramontato leader le definì ma al contrario, sono lo specchio di un degrado che ha interessato una intera generazione non solo di giovani e che la politica non può continuare ad ignorare, ne va della sua stessa sopravvivenza.
L’Europa che con il nuovo Presidente francese crede di aver ritrovato nuova linfa e nuovo spirito propulsivo, deve cambiare e, traducendo la citazione di Einstein, deve abbandonare la vecchia strada distinguendo la spesa per andare in vacanza da quella indispensabile per ricostruire territori (il terremoto in Italia ne è un esempio), deve distinguere la spesa corrente da quella necessaria per gli investimenti di lungo periodo.
Nella vita di ognuno il coraggio è utile, in quella del politico invece è indispensabile! Di solo rigore o di austerity ad oltranza, si muore!