Cina, società statale ha falsificato conti per anni: puniti 70 manager
La Cina viene spesso accusata di pubblicare dati macro gonfiati – o sgonfiati nel caso dell’inflazione – e c’è anche il sospetto che le sue aziende falsifichino i conti fiscali, ma le accuse non hanno sinora trovato il riscontro delle prove. Almeno fino a ieri, quando un insider di una società statale ha deciso di venire allo scoperto. Le ripercussioni sono enormi: a pagare per la malefatta sono più di 70 manager, che sono stati licenziati oppure che hanno dovuto subire tagli dello stipendio punitivi.
Il gigante pubblico Unicom Group, attivo nel settore delle telecomunicazioni in Cina, ha ammesso di aver falsificato i conti finanziari per cinque anni di tempo. Si parla dei risultati in termini di fatturato registrati dal 2012 al 2016 e che fanno riferimento a un giro d’affari di 1,8 miliardi di yuan ($261 miliardi). Si tratta di una “falsificazione dei ricavi senza precedenti“, come ha osservato la stessa azienda della Cina. Sono le indicazioni presenti in un documento fatto recapitare a Bloomberg da una fonte interna China United Network Communications. I titoli hanno perso il 3,2% ieri a Hong Kong, per il calo peggiore in un mese, attestandosi a 10,24 dollari di Hong Kong.
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Finale positivo a Piazza Affari, nonostante i ribassi delle banche. Male gli indici Pmi, torna in voga taglio tassi Bce da 50 bp
Gli indici di Wall Street mostrano andamenti contrastati mentre gli investitori valutano i dati macroeconomici dell’eurozona e le possibili nomine del presidente eletto Trump. L’attenzione è anche rivolta ai dati PMI e alla fiducia dei consumatori negli USA, con il mercato che specula su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed.
Ferrari ha acquistato 18.671 azioni ordinarie sul New York Stock Exchange come parte del suo programma di riacquisto azionario. L’acquisto rientra nella quinta tranche di un piano pluriennale da 2 miliardi di euro previsto fino al 2026.
Bosch, il leader mondiale nella fornitura di componenti per autoveicoli, ha dichiarato l’intenzione di ridurre 5.550 posti di lavoro a livello globale, principalmente in Germania, a causa delle sfide nel mercato delle auto nuove. La produzione globale di veicoli è prevista stagnare o diminuire leggermente, influenzata dalla domanda calante, dalla transizione ai veicoli elettrici e dalla crescente concorrenza cinese.