Pur di votare il più presto possibile, possibilmente già questo autunno, l’ex premier Matteo Renzi è pronto a scendere a patti con gli avversari, il MoVimento 5 Stelle e Forza Italia. Sono i due partiti all’Opposizione che insieme alla Lega Nord sono favorevoli alle elezioni anticipato.
Chi invece è contrario alle revisione della legge elettorale su cui dovrebbero convergere il numero più alto di opinioni favorevoli è il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che potrebbe sabotare la riforma perché il suo partito di centro rischia di restare fuori dal Parlamento con la soglia di sbarramento proposta del 5%.
Il segretario del PD cerca di ottenere una larga intesa sul modello proporzionale “alla tedesca” che garantirebbe di concludere la legislatura prima dei tempi previsti (primavera 2018). Gli incontri ai piani alti romani si terranno fino alla fine del weekend e lunedì Renzi punta a presentarsi alla direzione del partito di governo con qualcosa di concreto in mano e mettere a tacere l’ala contraria al voto anticipato.
La posizione di facciata ufficiale del PD è quella dell’appoggio al “mezzo maggioritario e mezzo proporzionale“, il cosiddetto ‘Rosatellum’. Renzi interpellerà i suoi interlocutori Beppe Grillo e Silvio Berlusconi per sondare il terreno pur essendo consapevole che ci vorrà ben altro per convincere M5S e Forza Italia.
Come osservano oggi Carlo Bertini e Ugo Magri su La Stampa, per un accordo quest’estate sulla riforma della legge elettorale, resa necessaria dalla semi bocciatura della Consulta dell’Italicum, il modello vincente è quello “tedesco”, essendo quello che garantisce, sembra, un numero maggiore di ammiratori
La ragione l’ha spiegata bene il ministro della Cultura Dario Franceschini: “è l’ unico treno capace di arrivare alla meta“. Oltre a Pd, Forza Italia e Mdp, anche M5S e Lega Nord non opporrebbero grande resistenza, ognuno con i suoi validi motivi, nemmeno M5S e Lega.
La mina vagante in questo caso è l’MdP (Movimento Democratico e Progressista nato da una costola del PD di Renzi dopo la scissione di inizio anno). Il gruppo di Roberto Speranza e PierLuigi Bersani potrebbe presto finire per uscire dalla maggioranza, con la spaccatura con il governo che si sta allargando negli ultimi giorni dopo le misure sui nuovi voucher e la gestione delle trattative sulla legge elettorale.