Dopo l’accordo sulla lotta al terrorismo, niente di fatto dunque sul clima, qualche passo avanti sul commercio, pochi sui migranti. Il G7 di Taormina si chiude all’insegna dei compromessi, anche al ribasso, pur di evitare una rottura. Quello che è certo è che proprio il capitolo clima a mettere la parola fine della fiducia tedesca nei confronti degli Stati Uniti. E’ questo uno dei risultati del G7 appena conclusosi a Taormina, che trova conferma.
“I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni. Noi europei dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani. Tuttavia – ha insistito – dobbiamo sapere che dobbiamo lottare noi stessi per il nostro futuro e il nostro destino di europei” ha detto Angela Merkel ieri in un discordo tenuto in occasione di una manifestazione politica organizzata dal partito cristiano sociale bavarese (Csu) in una grande birreria-tendone di Monaco di Baviera.
Pur non citata esplicitamente, al centro del dissenso e della delusione, la posizione statunitense sulla lotta al riscaldamento globale e l’adesione agli impegni assunti su scala internazionale nell’ambito dell’Accordo di Parigi.
Posizione di distacco e scetticismo che la Casa Bianca non pare intenzionata a riemettere in discussione. Il presidente americano, Donald Trump – afferma l’agenzia Axios citando alcune fonti – ha rivelato ad alcuni suoi confidenti, incluso il numero uno dell’Agenzia per la Protezione Ambientale Scott Pruitt, la sua intenzione di sfilare gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi. Trump da Taormina ha fatto sapere con un tweet che decidera’ la prossima settimana se restare o meno nell’accordo.
“Una soluzione non ideale”, commenta anche Emmanuel Macron. Il premier Paolo Gentiloni, cui spetta la difficile mediazione, tenta di evitare lo strappo:
“Non arretriamo di un centimetro ma speriamo decidano presto e bene. Gli abbiamo dato tutti gli elementi, anche quelli di business come la green economy, per prendere la decisione giusta”, dice smorzando i toni. Pronto a rilanciare: “Almeno c’è stata una discussione aperta e vera, non come nei soliti G7 precotti”. Discussione che non si è limitata solo al clima. Anche sul commercio il compito non è stato facile: conciliare l’approccio multilaterale con i dazi e le barriere preannunciati da Trump. Gli sherpa hanno tenuto aperta fino all’ultimo la bozza finale. Passa, e non è poco, l’impegno ai mercati aperti e la “lotta al protezionismo”.
Di certo c’è che Trump, a differenza di Merkel, considera positivamente l’esito del G7 siciliano. “E’ stato un grande successo per gli Usa”, scrive in un tweet il presidente. “Lavoro duro e grande risultato”, è la valutazione dell’inquilino della Casa Bianca.