A cura di Francesco Pignatti, www.ironmanager.it
Forse non avete mai visto un golfer professionista sfoggiare un addominale scolpito ma questi atleti sono senza alcun dubbio il ritratto dell’eleganza e prestanza atletica
Il loro segreto? Una preparazione a 360 gradi che impegna tanto la mente quanto il corpo. È vero, il golf è uno sport di nervi che richiede una pazienza e un sangue freddo fuori dal comune. Usare il putter con precisione per mettere la palla in buca è dieci volte più difficile che tirare un calcio di rigore.
Ma prima bisogna arrivarci, al green, l’ambito approdo finale di una buca in un campo da golf. Da qui l’importanza dei primi colpi di mazza che devono essere precisi ma anche potenti per riuscire a raggiungere il green in meno colpi possibile.
Non credo che molti di quanti leggono siano golfers professionisti, ma molti avranno sentito attrazione per questo elegante sport adatto a ogni età. Chi è appassionato può sicuramente imparare dagli allenamenti dei campioni per perfezionare la propria tecnica e per migliorare il proprio livello di condizione fisica in generale.
Con l’arrivo della bella stagione è piacevole cimentarsi in una serie di buche con gli amici, i colleghi e partner d’affari, per passare un pomeriggio all’insegna dello sport, del relax e respirando aria fresca fuori dall’ufficio. Come ci si può dunque preparare al meglio per il campo da golf?
Allenamento in palestra: il core è alla base di tutto
Il golfer professionista Sean Parees ha ribadito più volte che “il core è il vero motore dello swing del golfista”. Troppi golfisti amatoriali cercano di imprimere potenza facendo leva su braccia o polsi quando sono i muscoli del tronco a generare la vera forza. Come allenarli? Tutti i movimenti multi-articolari che coinvolgono la catena cinetica posteriore o anteriore coinvolgono addominali, muscoli paraspinali, quadrato dei lombi, muscoli del pavimento pelvico, glutei e ilessori dell’anca. Meglio non perdere tempo con allenamenti di pompaggio ma focalizzarsi sulle grandi alzate: Squat, Stacco, Panca piana, Trazioni alla sbarra e Alzate sopra la testa con bilanciere. Questi 5 esercizi assicurano un allenamento ottimale e funzionale.
Stretching
Inutile negare l’importanza della flessibilità e della mobilità articolare in uno sport come il golf. In questo caso ha proprio senso dire: “La potenza è nulla senza il controllo!”. Non a caso un campione come Jason Day passa diverse ore settimanali in sessioni di stretching statico e dinamico. Nello sport del golf è richiesta un’ottima flessibilità delle spalle e delle anche al fine di perfezionare il proprio swing. Una maggiore mobilità articolare si traduce nella possibilità di allungare il range di movimento (Rom) e quindi la possibilità di imprimere più forza alla pallina con la mazza. Dedica almeno un’ora a settimana allo stretching muscolare per impedire di diventare rigido come un pezzo di marmo, trascorrendo troppe ore alla scrivania.
Alimentazione
Evita di abbuffarti con cibi ricchi di grassi prima di una partita. I grassi rallentano la digestione e appesantiscono la mente che deve rimanere sgombra e lucida durante il gioco. Molti golfers professionisti si cimentano addirittura in interminabili tornei internazionali completamente a digiuno, consumando solo regolarmente dei sali minerali e maltodestrine nel cambio fra una buca e l’altra. È importante rimanere lucidi durante il gioco ed evitare che una cattiva digestione metta a repentaglio la nostra performance o l’opportunità di intavolare una discussione di lavoro interessante con un business partner fuori dalle mura dell’ufficio.
Come eseguire uno squat regolarmente
Consiglio di fare squat a piedi scalzi per migliorare la propriocezione ed evitare di sbilanciarsi troppo in avanti durante l’arco del movimento. I piedi stanno circa alla larghezza delle spalle con punte leggermente divergenti, verso l’esterno (1). Il bilanciere poggia sul trapezio (2) e le mani il più vicino possibile alle spalle con i gomiti puntati verso il basso (3) (perdendicolari alla pedana) contraendo al massimo la parte alta della schiena ancora prima di partire. Il capo è in posizione neutra, lo sguardo dritto. Staccando il bilanciere dal rack i gomiti rimangono puntati verso il basso, parte alta della schiena contratta e core contratto.
Inspiriamo profondamente e scendiamo in apnea con il core gonfio d’aria piegando le ginocchia. A questo punto “apriamo le anche” portando i glutei indietro (4) come se dovessimo sederci su una sedia. Mai chiudere le ginocchia verso l’interno ma cerchiamo sempre di “aprire le gambe” e portare le ginocchia verso l’esterno (5). Scendiamo fino a quando le gambe sono parallele al pavimento. Il petto è sempre “alto”(6), i gomiti con le punte rivolte verso il basso e il capo in posizione neutra.
La schiena deve sempre essere inclinata a circa 50 gradi, manteniamo sempre la curva fisiologica lombare. Una volta arrivati in massima accosciata, spingiamo con i talloni, femorali, glutei per risalire mantenendo l’arco lombare, il “petto alto” e il capo neutro. Risaliamo senza distendere completamente le ginocchia ed espiriamo profondamente. Ritroviamo l’assetto iniziale e ripartiamo con la seconda ripetizione.