“Ricordo quando Renzi diceva che la sera delle elezioni si deve sapere chi governerà”.
Questo è stato uno dei tanti passaggi dell’intervista di un ex Segretario del Partito democratico Walter VELTRONI al Corsera dell’altro giorno.
Con la legge elettorale in discussione in questi giorni in Parlamento ci riportano agli anni ’80, ha aggiunto!
Per chi non lo ricordasse, VELTRONI è stato il politico più fantasioso e innovativo che la sinistra abbia avuto negli ultimi trent’anni. Quando proponeva un percorso o ipotizzava una soluzione per un problema, finalizzata a ricevere l’approvazione da parte di un consesso o una Direzione nazionale, alla fine del discorso concludeva sempre con l’avverbio “ma anche”.
In pratica diceva che il percorso era “bianco ma poteva essere anche nero”, cioè l’opposto di quanto sostenuto un attimo prima. In pratica non scontentava nessuno, valeva una soluzione “ma anche l’altra”.
Ricordo all’ex Segretario che RENZI, proprio per evitare il ripetersi dello stallo vissuto con le politiche del febbraio 2013, con l’Italia divisa in tre blocchi – PD, FI e M5S – ha tanto insistito per avere l’approvazione in Parlamento – anche con qualche voto di fiducia, inusuale per una legge elettorale – partorendo alla fine il c.d. “Italicum”, comprendente fra l’altro, il secondo turno del ballottaggio laddove nella prima tornata nessuno dei partiti in competizione avesse raggiunto la soglia del 50% più uno.
Il 24 gennaio u.s., questo procedimento appena introdotto, per ragioni non facili da comprendere ai comuni mortali della cui categoria mi onoro di appartenere, è stato ritenuto “incostituzionale” e pertanto bocciato dalla Consulta: il ballottaggio va bene nei Comuni superiori a 15 mila abitanti, andrà pure bene in Francia e chissà in quali altre parti del mondo, ma in Italia NO, qui è meglio che non vince nessuno, è meglio tirare a campare come si è sempre fatto e 65 Governi in 70 anni è stato un record assoluto di “ingovernabilità” che forse tutto il mondo, certamente quello dei pazzi, ci invidia.
E allora, una volta buttato nel c…sso il “ballottaggio”, lasciando il premio di maggioranza al partito che dovesse raggiungere la fatidica soglia del 40%, cosa rimane?
Rimane il nulla assoluto, macerie dalle quali, possibilmente insieme a tutte le forze politiche – come è giusto fare quando si devono scrivere le regole – bisogna assolutamente uscire, possibilmente con i tempi del terzo millennio. Con le riforme solo annunciate e mai fatte, vorrei dire oggi a tanti statisti pensionati della vecchia politica che dagli anni ’80 non ci siamo mai mossi e quando qualcuno ha tentato di farlo, è stato ostacolato con ogni mezzo dagli stessi tromboni che ben conosciamo, più opportunamente definita “accozzaglia” (1)
Una cosa vorrei inoltre aggiungere per meglio spiegare il concetto della novità: se il maggioritario andava bene con due coalizioni in campo così come si era partiti dopo il ciclone “tangentopoli” degli anni ’90, che decapitò gran parte della vecchia classe politica nazionale, diventa superato ed obsoleto quando i soggetti in campo diventano tre come nel nostro caso.
La vera novità, rivoluzionaria per la politica nostrana, è la nuova soglia di sbarramento del 5% che costringerà le forze politiche a fare sintesi, ad aggregarsi, fermo restando il comune obiettivo di tutti, o almeno dei partiti maggiori, di raggiungere la soglia del 40% ed accedere al premio di maggioranza e governare senza cercare alleanze.
Il PD a guida RENZI, il 40% lo ha superato per ben due volte nell’arco di mille giorni.
Non è poca cosa, ma io alle buone abitudini ci ho sempre creduto, è un fatto di sensibilità ma anche …!
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(41) – “Garzanti linguistica: insieme disordinato di persone o cose, per lo più disparati tra loro”. Gruppo politico, disomogeneo, affatto coeso e che non sono d’accordo su niente.