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Attentato Londra: ISIS rivendica, caccia a rete terroristi

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La polizia indaga per capire se i tre terroristi che lo scorso sabato 3 giugno a Londra hanno ucciso sette persone e ferito 21 in modo grave fra London Bridge e Borough Market avessero avuto un network di contatti e assistenza nei giorni precedenti all’attentato. I tre sono stati uccisi dalla polizia, intervenuta dopo otto minuti dalla prima richiesta di intervento.

I blitz si sono susseguiti in diversi sobborghi della città. Domenica mattina le forze dell’ordine hanno agito nelle periferie orientali, a East Ham e a Barking, dove hanno arrestato dodici persone, e questa mattina sono intervenute a Dagenham, come riferito dai giornali britannici. Nel frattempo, l’Isis ha rivendicato l’attacco, esprimendosi attraverso l’agenzia Amaq.

Il capo della polizia metropolitana Mark Rowley non ha detto se i tre attentatori, che nel pieno della serata di sabato hanno investito i passanti con un furgoncino a London Bridge e poi sono andati verso Borough Market, armati di coltelli e con finte cinture esplosive, fossero già noti e già segnalati alle autorità, come era successo nel caso di Salman Abedi, il killer responsabile dell’attacco all’arena di Manchester dopo il concerto di Ariana Grande della notte del 22 maggio.

Le indagini procedono a ritmi serrati, con l’obiettivo di garantire la sicurezza in vista delle elezioni anticipate nel Regno Unito che si terranno il prossimo giovedì 8 giugno, stesso giorno della riunione della Banca centrale europea. Dopo l’attentato di sabato sera, i partiti in gara avevano scelto di sospendere i comizi elettorali, decisione non seguita dai nazionalisti dello Ukip.