Goldman Sachs e le altre grandi banche di Wall Street stanno lavorando sodo per rimanere rilevanti nel mondo finanziario del domani. Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie sono tante e l’idea della banca guidata da Lloyd Blankflein è quella di sfoltire alcune operazioni finora compiute solo da esseri umani: in gioco c’è il mantenimento della competitività in un ambiente sempre più difficile che presto sarà dominato dai gruppi FinTech.
Uno dei test condotti da Goldman Sachs ha coinvolto un ambito tutt’altro che banale: la consulenza per la quotazione in borsa (Initial public offering, Ipo) offerta alle società. La celebre banca d’affari, secondo quanto riporta Bloomberg, ha tracciato 127 step in ciascuna di queste Ipo e ha scoperto che circa metà di essi possono essere svolti dai computer. Una notizia che ha già acceso i campanelli d’allarme di alcuni dipendenti le cui funzioni, un giorno non lontano, potrebbero non essere più necessarie. La banca assicura di non voler imporre grandi tagli al personale, quanto piuttosto migliorare l’efficienza lavorativa e risparmiare tempo prezioso al suo staff.
Goldman Sachs ha testato per anni la nuova interfaccia informatica, Deal Link, per che dovrebbe affiancare e in parte sostituire i dipendenti nel processo delle Ipo. Sembra che i risparmi potenziali si aggirino intorno alle migliaia di ore di lavoro (compiuto da umani, ovviamente). Deal Link, ad esempio, è in grado di organizzare e tenere traccia di revisioni legali e di conformità, di compilare moduli e generare rapporti.
La banca americana oltre a testare il capitolo Ipo, tuttavia, ha già iniziato a valutare altre forme di deal che potrebbero avvalersi di un analogo supporto computerizzato: fusioni ed emissioni di bond. Anche in questi casi le ore di lavoro risparmiate sono nell’ordine delle migliaia. Secondo George Lee, chief information officer della divisione investment banking, le mansioni che potrebbero presto essere sostituite dall’avanzata tecnologica sono quelle “più ridondanti, ripetitive, intensive dal punto di vista lavorativo”.
Morgan Stanley da parte sua ha lanciato una app per digitalizzare l’offerta di mutui, nel tentativo di ottenere risultati migliori dai suoi clienti esistenti, spingendoli a rivolgersi alla banca per accendere un prestito immobiliare. Anche JP Morgan ha iniziato a contrastare il mito dell’insostituibilità delle relazioni faccia a faccia col cliente: attraverso sistemi di machine learning aveva fornito ai clienti suggerimenti sul momento opportuno di raccogliere nuovo capitale tramite offerte azionarie.