Anche le aziende iniziano a chiedere un aumento delle tasse sul mercato immobiliare. Nel giorno del suo insediamento alla presidenza della società per azioni Assonime, Innocenzo Cipolletta ha infatti sottolineato come la pressione fiscale penalizzi “il lavoro e l’impresa”, avvantaggiando invece “le rendite e i consumi“.
Motivo per il quale vanno riequilibrati i pesi e ripristinata “una tassazione degli immobili”, abbassando al contempo l’IRPEF e l’IRAP: è questa secondo il neo presidente dell’associazione “la via per spostare il carico fiscale dalla produzione alla rendita“.
Con il suo ragionamento Cipolletta dimostra di essere consapevole del fatto che il governo non abbia risorse a sufficienza per apportare un taglio fiscale generalizzato – anzi dovrà varare una manovra correttiva per ottemperare alle richieste delle autorità europee. Per questo se si vuole favorire un settore ne va sacrificato un altro.
Negli ultimi tempi sta crescendo il numero di appelli, anche da organizzazioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e l’Ocse, per imporre una tassa sulla casa elevata. Si tratterebbe di una sorta di patrimoniale molto estesa se si considera che l’Italia è un paese popolato da proprietari di casa.
Come osserva Monitor Immobiliare sorprende e in un certo senso preoccupa che la richiesta di Cipolletta arrivi prima del 16 di giugno, data entro la quale 25 milioni di italiani dovranno versare nel complesso ben 10,1 miliardi di euro al fisco per l’acconto Imu-Tasi, la metà della somma che verrà sborsata per l’intero anno.
“Si tratta di privati, pensionati, aziende, artigiani e le stesse Spa da Cipoletta ora rappresentate – sottolinea Monitor Immobiliare. In più, serve ricordare che questa tassa è indetraibile dai bilanci. Quindi le cifre versate non saranno considerate costi per le aziende, che così pagheranno le tasse due volte“.
Le tasse sul mercato immobiliare esistono, eccome, come ha sottolineato Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, la cui risposta non si è fatta attendere: “A parte la notizia dell’assenza in Italia di “una tassazione degli immobili”, che accogliamo con gioia, la differenza è sempre tra chi le tasse chiede di “spostarle” (su altri, solitamente) e chi, invece, chiede di ridurle”.