Dopo aver raggiunto i massimi di sette settimane a inizio mese, senza però riuscire a sfondare il livello psicologico di 1300 dollari, l’oro ha perso gran parte dei suoi guadagni in seguito al fatto che il dollaro ha iniziato rafforzarsi sulla base di una serie di incertezze che sono emerse.
Innanzitutto in seguito al meeting della Banca centrale europea, con l’Istituto di Francoforte che ha mantenuto invariata la propria politica monetaria come da attese, ma con Draghi che ha dichiarato che i rischi relativi alle prospettive di crescita sono ormai ampiamente bilanciati e che ha aggiustato leggermente le forward guidance.
In secondo luogo dopo le elezioni generali nel Regno Unito, dove il partito conservatore pur rimanendo il più forte, ha perso la maggioranza. Tale risultato potrebbe portare ora a negoziati più morbidi in direzione di una Brexit “soft” (piuttosto che “hard”). Poi c’è stata la testimonianza di fronte al Senato dell’ex direttore dell’FBI, James Comey, che si è rivelata meno compromettente del previsto per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Infine, le elezioni parlamentari francesi, in cui il partito del presidente francese Emmanuel Macron è guidato da una forte maggioranza.
Il prezzo dell’oro ha continuato la correzione mercoledì sulla scia del dollaro più forte; come da attese il FOMC ha aumentato i tassi di interesse di 25 punti base per la seconda volta quest’anno e il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha rilasciato un giudizio piuttosto positivo sull’economia statunitense, suggerendo che i recenti dati macro deludenti (quelli sul lavoro e sui beni durevoli) sembra siano solo temporanei.
Yellen si è poi dimostrata favorevole a ulteriori rialzi dei tassi graduali, con decisioni indipendenti dai dati. Il mercato attualmente sta scontando una probabilità del 30% di un altro aumento entro la fine dell’anno. Il presidente dell’istituto centrale statunitense ha inoltre dichiarato che il Comitato inizierà “quest’anno l’attuazione di un programma di normalizzazione del bilancio, a condizione che l’economia si sviluppi nel complesso, come previsto”.
Tuttavia l’oro non dovrebbe essere del tutto scartato, considerato che le costanti incertezze circa la capacità dell’amministrazione Trump di mettere in atto le politiche pro-crescita promesse in campagna elettorali e le tensioni geopolitiche aumentate di recente nella regione del golfo (Qatar) e i ripetuti lanci missilistici da parte della Corea del Nord potrebbero continuare a offrire supporto al metallo giallo come bene rifugio.