Economia

Ue vuole dall’Italia tassa sulla casa

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Dopo Fmi, Ocse e persino Assonime, associazione italiana delle aziende spa, arriva anche la nuova sollecitazione da parte dell’Unione Europea: l’Italia deve reintrodurre una tassa sulla casa prendendo di mira le classi più agiate. Non c’è pace per i proprietari immobliari, particolarmente numerosi in Italia. Il monito arriva proprio nell’ultimo giorno utile per sborsare l’acconto dell’Imu-Tasi, da 10,1 miliardi totali, pari alla metà della tassa da versare per il 2017.

Su suggerimento della Commissione, la tassa sugli immobili è stata inserita nel tema generale dei conti pubblici, che è la prima delle quattro raccomandazioni specifiche all’Italia. Nel dettaglio, si chiede di “perseguire uno sforzo di correzione consistente nel 2018, in linea con i requisiti del braccio preventivo del patto di stabilità e di crescita” ma anche “tenendo conto della necessità di sostenere la ripresa in corso”.

Nell’impuntarsi a richiedere un provvedimento così specifico, la Commissione e l’Ecofin – la riunione dei ministri delle Finanze dell’area Ue, sembrano quindi ignorare il fatto che in Italia su questo tema dibattuto è stata compiuta una scelta politica netta. Va comunque rilevato che di recente anche il Fondo monetario internazionale è tornato a rivolgere richieste analoghe alla Penisola, anzi anche più nette premendo per la reintroduzione di una tassazione sulla prima casa senza nessuna esenzione di reddito.

Il secondo punto delle raccomandazioni approvate dall’Ecofin riguarda la riduzione dei tempi della giustizia civile, la lotta alla corruzione e la riforma della pubblica amministrazione. Al terzo punto, i ministri Ue invitano l’Italia a facilitare una accelerazione dello smaltimento dei crediti deteriorati nelle banche. Quarto e ultimo punto è la raccomandazione sul decentramento delle contrattazioni collettive e sulla razionalizzazione delle spese sociali.

I ministri delle Finanze dell’Unione europea hanno approvato le raccomandazioni specifiche per Paese proposte dalla Commissione, che per l’Italia includono la richiesta di “reintrodurre l’Imu sulle prima case per le famiglie ad elevato reddito”, assieme a una riforma degli estimi catastali. Lo si legge nei documenti pubblicati al termine dell’Ecofin in Lussemburgo.

In generale, si raccomanda di “spostare il carico fiscale dai fattori di produzione verso tasse meno frenanti sulla crescita”.

Manovra correttiva, Padoan: richiesta sconto non sarà rigettata

Pier Carlo Padoan ha detto che l’esecutivo dell’Ue non chiederà correzioni significative sui conti pubblici. Il capo del Tesoro ha fatto sapere che la Commissione europea risponderà alla lettera del ministro dell’Economia sulla portata della correzione ai conti 2018 e “non ci sono i numeri, non ci sono indicazioni che mi facciano pensare che questa nostra decisione annunciata possa essere rigettata”.

Nella lettera, il ministro ha comunicato alle autorità Ue che l’Italia intende operare una correzione al bilancio strutturale pari allo 0,3% del Pil sul prossimo anno. “A me sembra che le giustificazioni dello 0,3% siano solide in sé – ha detto – e coerenti con il quadro di politica europea”.

“La Commissione – ha proseguito Padoan – ha anticipato che risponderà a quella lettera, come è nella buona educazione istituzionale. Mi sembra che il clima generale di valutazione dell’intonazione della politica fiscale sia più equilibrato che in passato: si deve continuare il consolidamento ma anche sostenere la crescita”.