I mercati sono “estremamente rilassati” e il fatto che la volatilità di mercato sia scivolata avvicinandosi ai minimi degli ultimi 23 anni – è solo a un punto di distanza – dimostra come la compiacenza degli investitori sia diventata clamorosamente elevata. Lo sottolinea Tim Edwards, Senior Director della divisione Index Investment Strategy degli indici S&P Dow Jones.
“La maggior parte dei nostri indici di volatilità è in calo al m omento e alcuni hanno toccato livelli insolitamente bassi”, scrive Edwards in un report, in cui cita il fatto che il Vix – l’indice della paura per eccellenza – non è salito sopra i 12 punti da più di un mese. “Ieri ha chiuso a 10,75 punti un livello non troppo distante dai minimi di 23 anni fa di 9,75”.
Intanto l’indice CBOE Gold ETF Volatility ha già registrato un recordo storico il 16 giugno, quando si è attestato ai minimi di sempre di 10,16. Il contesto di calma piatta ha offerto un bel ritorno da investimento a chi ha shortato la volatilità. “L’indice dei future sull’S&P Daily Inverse Short Term VIX ha visto triplicato il suo valore negli ultimi 12 mesi“, sottolinea lo strategist.
In un segnale che tali ritorni potrebbero attirare altri investitori e convincerli a comprare questi contratti, la curva dei future sul Vix è incredibilmente piatta rispetto al solito. Solo il 5%, infatti, separa il prezzo del future a più lunga scadenza da quello a più prossima consegna.
Sui mercati ci sono anche delle eccezioni alla regola, tuttavia: è il caso emblematico – citato da Edwards – della sterlina britannica, che continua a cedere terreno in un contesto di alta volatilità, un fenomeno che rispecchia l’incertezza politica generata dall’avvio dei colloqui sulla Brexit tra Londra e Bruxelles e l’esito inconcludente delle ultime elezioni politiche anticipate, da cui non è emerso un chiaro vincitore.
I conservatori hanno perso la maggioranza in parlamento di cui godevano e sono stati costretti a formare un governo di minoranza con gli unionisti democratici nordirlandesi. L’azionario australiano è stato un altro caso di estremo nervosismo dei mercati, per lo meno rispetto all’andamento visto altrove. Nello specifico, “hanno influito i segnali di una possibile bolla nel mercato immobiliare“.