Chi ha comprato bond senior delle due banche venete quando il prezzo era in area 70, ha avuto ieri dallo Stato la sicurezza di un buon guadagno, con la garanzia che saranno rimborsati a 100. I corsi dei subordinati invece si sono azzerati e la speculazione su questi titoli è fallita. I detentori di bond junior delle due banche dovranno chiedere l’indennizzo forfettario. Un percorso che aveva mostrato complicazioni e lentezze burocratiche già nel caso del programma di risoluzione delle quattro banche regionali a novembre 2015.
La domanda di indennizzo andrà presentata entro il 30 settembre. Potrà presentarla solo chi ha acquistato i subordinati in contropartita diretta dalla banca entro il 12 giugno 2014, data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) e chi rientra nei limiti patrimoniali e reddituali previsti. Gli esclusi potranno ricorrere all’arbitrato dell’Anac o rivolgersi all’arbitro Consob.
Gli azionisti, circa 210 mila, non avranno diritto a nessun indennizzo. Secondo il Sole 24 Ore, per loro si apre la strada dei tribunali, anche se non è chiaro a chi potranno far causa. Dal decreto si legge soltanto che non potranno ricorrere contro Intesa Sanpaolo, che subentra nei rapporti creditizi.
Quanto a chi ci perde, nel decreto per il salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto Banca è stabilito che le risorse mobilitate dallo Stato arrivano fino a 17 miliardi, cifra che sarà presa dal fondo creato a dicembre per il salvataggio delle banche. “Sbagliato dire che lo Stato ci perde”, ha detto ieri il vice presidente di Bankitalia Fabio Panetta, “forse ci guadagna e se ci perde è in maniera ridotta e quindi è capace di sopportarlo”. Secondo il ministro Padoan, non saranno 17 miliardi, perché questa cifra “è come il massimale delle assicurazioni ma quello che paghi, molto inferiore, è il premio”.