Le tasse su negozi e altre attività hanno avuto negli ultimi anni un aumento vertiginoso. Tra il 2011 e il 2016 per le imprese del terziario milanese le imposte locali sugli immobili sono triplicate. La ricerca dell’ufficio studi di Confcommercio di Milano, Lodi, Monza e Brianza ha preso in esame Imu e Tasi sugli immobili di proprietà , Tari (la tassa sui rifiuti), Cosap (sull’occupazione di suolo pubblico) e l’imposta di soggiorno. Pressione fiscale ancora più alta a Roma, fatta eccezione per l’occupazione di suolo pubblico che a Milano è aumentata negli ultimi anni ed è più alta del 68,5%.
Con il passaggio da Ici a Imu e Tasi, il dovuto per la proprietà degli immobili è aumentato in tutta Italia, in particolare a Milano, dove l’aumento è stato di tre volte e mezzo rispetto al valore iniziale. Sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti, Roma è la città più cara, con una spesa media di quasi 3 mila euro contro i 1400 di Milano. L’imposta di soggiorno pagata dai turisti è più alta a Roma, 4,3 euro contro i tre di Milano.
Un abbassamento della leva fiscale sul terziario è necessario, secondo Confcommercio, per favorire nuovi posti di lavoro, maggiore produttività e maggiori consumi. “Il terziario milanese è la spina dorsale dell’economia nazionale e gli enti locali devono avere delle attenzioni particolari per questo settore”, ha detto il segretario generale Confcommercio Milano Marco Barbieri.
Fra le soluzioni proposte dall’organismo c’è una riduzione della Tari per chi svolge in modo corretto la raccolta differenziata, una riduzione della Cosap per le occupazioni temporanee per aumentare le iniziative in città . Le entrate che arrivano dalla tassa per il turismo si potrebbero destinare a una carta gratuita del turista che offra sconti per i musei e per le reti di trasporti.