L’Austria è pronta a schierare l’esercito al confine con l’Italia se il flusso di migranti dal Mediterraneo non rallenterà. Molto presto saranno attivati controlli alla frontiera, ha detto il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil, aggiungendo che sarà necessario l’aiuto di un dispiegamento di circa 750 uomini provenienti dai reparti del Tirolo e della Carinzia. Il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni.
Quattro mezzi della corazzata Pandur sarebbero già stati portati al Brennero. L’Austria aveva già bloccato gli arrivi nell’estate del 2015 e in quell’occasione aveva anche minacciato di costruire un muro al confine del Brennero.
Francia e Spagna non sembrano disposte a far sbarcare i migranti soccorsi nei loro porti, una richiesta dell’Italia volta ad alleggerire la situazione degli arrivi nel nostro Paese, sul tavolo nella trattativa con gli altri Paesi europei in vista del vertice di Tallin previsto per i prossimi giovedì e venerdì. Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che non bisogna confondere rifugiati e migranti economici, ritornando sulla sua affermazione di alcuni giorni fa, secondo cui in Italia arrivano in prevalenza migranti economici.
Il vice sindaco di Marsiglia, porto del sud della Francia, si è detto contrario all’arrivo di navi con centinaia se non migliaia di migranti perché la città non saprebbe dove alloggiarli. La Spagna dichiara di “solidarizzare con l’Italia”, ma precisa che qualunque soluzione al problema deve essere europea e non bilaterale e che ripartire i migranti solo fra i Paesi del sud dell’Europa non è la soluzione. Al momento, secondo El Pais il peso della crisi migratoria ricade per l’86% sull’Italia, per il 9% sulla Grecia e per il 4% sulla Spagna.
Intanto, secondo il ministero dell’Interno gli sbarchi sono aumentati del 20% rispetto al 2016. Gli Stati europei non sembrano però venire incontro alla richiesta italiana di condividere la gestione dell’immigrazione, anche se durante l’incontro del ministro dell’Interno Marco Minniti con gli omologhi francese e tedesco svoltosi ieri sembrava essersi raggiunta “piena intesa” sulla questione, come nelle parole di Minniti.