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Banca Fucino gioca d’anticipo sulla consulenza indipendente

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Banca del Fucino apre le danze sulla consulenza indipendente. La banca privata romana, presieduta dalla quarta generazione dei suoi fondatori, i principi Torlonia, è tra i primi istituti bancari a lanciare sul mercato un servizio di advisory remunerato esclusivamente a parcella, in linea con i requisiti previsti da MiFID II per l’attività di consulenza indipendente.

Quella di Banca del Fucino è una mossa a sorpresa, in un contesto di mercato che, fino ad oggi, ha accolto il tema della consulenza fee only con freddezza o malcelato disinteresse.

Vale la pena ricordare un punto chiave: la normativa europea che approfondisce ed estende i principi ispiratori della prima direttiva sui mercati degli strumenti finanziari stabilisce che gli operatori finanziari debbano precisare in anticipo se intendono offrire ai loro clienti un servizio di advisory su base indipendente oppure no. Nel primo caso, all’intermediario sarà preclusa la possibilità di ricevere e trattenere retrocessioni dalle società prodotto e il cliente dovrà avere accesso ad una gamma di strumenti finanziari sufficientemente ampia e diversificata, per tipologia e per emittente.

Al contrario, i player che decideranno di percorrere la strada della consulenza non indipendente potranno mantenere l’attuale modello di business, continuando a ricevere i rebates ma – aspetto da non sottovalutare – solo a condizione che questi siano giustificati dall’erogazione di prodotti e servizi ad alto valore aggiunto: saranno richiesti, ad esempio, un sistema evoluto di monitoraggio delle posizioni e di reportistica, contatti frequenti con il consulente, una gamma di prodotti con un’architettura aperta a prodotti di terzi e così via.

Come si sta orientando il mercato in vista dell’entrata in vigore di Mifid2, in calendario per il 3 gennaio 2018? Se le maggiori reti di consulenza (ex-promotori finanziari) sono già uscite allo scoperto, dichiarando che si muoveranno, in larga parte, fuori dal recinto della consulenza fee only, il mondo del private banking è rimasto sostanzialmente alla finestra. E secondo quanto Wall Street Italia è in grado di ricostruire, a inizio gennaio nessuno tra i maggiori operatori attivi nei servizi dedicati ai grandi patrimoni, probabilmente, sarà schierato a favore ella consulenza indipendente.

La piattaforma di Banca del Fucino

Salvatore Pignataro
Salvatore Pignataro

Il nuovo servizio si chiama Win, Wealth Indipendent Advisory ; oltre ad escludere ogni tipo di retrocessione, dà accesso a un’ampia gamma di prodotti e si basa su un’approfondita analisi dei mercati finanziari su scala globale, come previsto da MiFID II. Uno dei tratti distintivi di Win, spiega la società in una nota, sarà proprio il sistema di monitoraggio e reportistica, basato su un avanzato software proprietario, che consente di fornire in modo puntuale informazioni sulle performance storica e realizzare back test di portafoglio, mettendo in evidenza gli indicatori di dispersione rischio/rendimento, la rappresentazione dell’allocazione complessiva, con diversi livelli di dettaglio e il confronto con i principali indici di riferimento.

Il servizio è declinato su tre modelli: Prime, Advanced e Exclusive, con una frequenza crescente nella rendicontazione, servizi aggiuntivi e modalità tecniche via via più evolute. Il livello più sofisticato, Exclusive, permette ad esempio l’analisi della situazione patrimoniale complessiva, comprensiva degli asset affidati a terzi intermediari. Viene remunerata con una commissione di consulenza (fee only) decrescente. all’aumentare delle masse sotto monitoraggio.

“In questo caso, il servizio ha come target principale gli HNWI e gli investitori istituzionali – precisa Salvatore Pignataro, vice direttore generale e responsabile divisione Private Banking di Banca del Fucino -. Prevediamo di ottenere nel medio periodo un significativo e importante ritorno in termini di masse dal lancio del servizio”.