Vediamo dati macroeconomici solidi a supporto dell’azionario sia nei paesi dei Mercati Sviluppati sia in quelli dei Mercati Emergenti e una crescita degli utili di buona qualità , guidata sia dall’espansione delle entrate che da quella dei margini. Inoltre, i premi per il rischio sono interessanti e lo slancio dei flussi in questa asset class è positivo, supportato anche dal contesto di bassi tassi d’interesse. Anche la fiducia delle imprese è elevata, come mostrano le recenti attività che le interessano, fra cui M&A e quotazioni in borsa.
Considerando tutti questi indicatori, l’azionario Europeo spicca, anche rispetto a quello americano, per via della crescita degli utili, il ridotto profilo di rischio e la valutazioni interessanti sia in valore assoluto che relativo. La regione performa meglio di altre a livello globale, trascinata principalmente dall’Eurozona.
Con l’elezione del centrista Macron in Francia e i risultati delle elezioni nei Paesi Bassi, la crescita del populismo ha visto uno stop in Europa. Sebbene il rischio politico nell’Eurozona non sia scomparso, pensiamo che, rispetto agli sviluppi negli Stati Uniti, nell’America Latina e in diverse altre regioni, l’Europa potrebbe venir classificata persino come relativamente stabile dal punto di vista politico.
Il 2017 è stato un anno di svolta per la redditività delle società europee, in cui si è messo fine alla prolungata recessione della crescita degli utili. Abbiamo visto una crescita dei profitti attraverso la regione che ora è sostanzialmente davanti agli Stati Uniti, con una crescita attesa del 19% nel Vecchio Continente contro quella attesa del 13% aldilà dell’oceano.
L’azionario europeo sta scambiando sotto i valori storici e con uno sconto mediamente maggiore rispetto al mercato azionario degli Stati Uniti rispetto agli ultimi 20 anni. Mentre le azioni americane sono divenute più costose negli ultimi trimestri, quelle europee sono diventate più interessanti.