Apprendo della richiesta del pubblico ministero del Tribunale di Milano nei confronti dell’ex presidente Massimo PONZELLINI: sei anni di carcere. L’accusa, com’è noto riguarda aperture di credito concesse dalla banca a favore di ambienti economici e imprenditoriali abbastanza discutibili, non tanto sotto il profilo della solvibilità ma dell’onorabilità degli interlocutori.
Rappresenta questo un tallone d’Achille del sistema creditizio che, come ci ha ricordato spesso la suprema Corte di cassazione, la valutazione deve abbracciare soprattutto il profilo soggettivo dei soggetti coinvolti e beneficiari dei finanziamenti: insomma gli Ermellini ci ricordano che la sola solvibilità non basta più, la collaborazione attiva in materia di lotta alla criminalità passa anche e soprattutto – aggiungo io – dall’esercizio del credito.
Ho conosciuto l’ex presidente per averlo sentito come persona informata sui fatti, nell’ambito di una indagine penale disposta da una Procura della Repubblica di questo Paese.
Malgrado ciò che sto leggendo, senza nulla conoscere il merito delle accuse che certamente avranno una loro genesi, conservo un ricordo positivo del personaggio “PONZELLINI”, capace di sviluppare concetti ed analisi di particolare interesse che, nello specifico, mi hanno fornito elementi di conoscenza di estremo interesse alla indagine cui ero chiamato a svolgere.
Attendiamo il prosieguo giudiziario.
Per il momento, al netto dei ricordi personali, viva la Giustizia!