Due percentuali diverse per le sofferenze bancarie. Secondo il quotidiano La Stampa, Banca d’Italia applica due regimi diversi per la valutazione dei crediti deteriorati di una banca nell’ipotesi di liquidazione coatta amministrativa (Lca). Nel decreto sul salvataggio delle banche venete si parla di un 55% mentre per la risoluzione di Banca Etruria del novembre 2015 si parla del 25,16%.
A questa percentuale arriva Deloitte che per conto di Bankitalia deve stabilire se per i creditori della Banca toscana la procedura adottata nella risoluzione sia stata meno favorevole di una liquidazione coatta amministrativa. Si tratta di una valutazione disposta dalla legge che ha stabilito la risoluzione dell’istituto.
Quello che si doveva verificare è se i titolari di bond subordinati che sono stati azzerati potevano sperare di ottenere di più di zero se Etruria fosse stata messa in liquidazione. Secondo la relazione di Deloitte, consegnata a luglio 2016, non sarebbe stato possibile: in caso di liquidazione coatta amministrativa, i crediti deteriorati di Etruria non avrebbero permesso di recuperare più del 25,16% sui 2,7 miliardi lordi totali.
Il 55% usato per stimare i crediti deteriorati delle banche venete, Popolare Vicenza e Veneto Banca arriva sempre da Bankitalia, da una ricerca dell’Ufficio Studi del gennaio 2017. Se la percentuale del 25,16% fosse stata applicata al caso delle banche venete, il conto per lo Stato sarebbe stato più alto, di circa sei miliardi di euro in più. Sono questi i calcoli di Alvise Aguti, consulente finanziario indipendente che collabora con il MoVimento 5 Stelle.
Intanto il governo ha posto la fiducia sul decreto per il salvataggio delle banche venete, che tra le proteste dell’Opposizione si appresta a essere approvato senza modifiche rispetto al testo varato dal Consiglio dei ministri il 25 giugno.